“Il potere politico nasce dalla canna di un fucile” è una delle massime più famose del Libretto rosso. Così dunque si esprimeva a proposito del rapporto tra Stato e forza militare il “grande timoniere” Mao, fondatore di una Cina che forse faticherebbe a riconoscersi in quella attuale. Si racconta che lo stesso Deng Xiaoping consigliava ai leader cinesi di passare quattro dei cinque giorni lavorativi di ogni settimana con gli alti ufficiali dell’Esercito di liberazione. Per questo non stupisce che il budget della Cina per la difesa è costantemente aumentato negli anni.

Attualmente la sua spesa militare è seconda solo a quella degli Stati Uniti e secondo IHS Jane’s, un’agenzia di analisi e consulenza americana, nel 2014 crescerà ancora. Si prevede una spesa di 148 miliardi di dollari, ovvero il 6,3 per cento in più rispetto all’anno precedente. Secondo la stessa agenzia, gli Stati Uniti spenderanno invece 574,9 miliardi contro i 664,3 dell’anno scorso. La Russia spenderà 57 miliardi di dollari, e si prevede che aumenterà il budget destinato all’esercito del 44 per cento nei prossimi tre anni. Entro l’anno prossimo la Cina spenderà per la difesa più di Gran Bretagna, Germania e Francia messe insieme, mentre si prevede che nel 2024 la cifra supererà quella dell’intera Europa occidentale messa insieme.

La spesa in tutta l’Asia e il Medio Oriente è in aumento mentre i potenti eserciti dell’Europa e degli Stati Uniti sono costretti a ridimensionare drasticamente la spesa a fronte dei tagli per l’austerità, contribuendo ad un cambiamento costante dell’equilibrio del potere militare. Il cambiamento comporta che il “centro di gravità delle spese per la Difesa dovrebbe continuare a spostarsi verso sud e verso est seguendo il trend di espansione economica globale”, secondo il comunicato ufficiale della società di consulenza IHS Jane. Secondo la sua ultima relazione annuale sulla revisione dei bilanci della difesa, la spesa per la Difesa globale supererà i 1500 miliardi di dollari, un centinaio di dollari in meno rispetto al 2009 quando si è registrato l’ultimo picco.

Negli ultimi cinque anni invece la spesa militare globale è sempre calata. La Cina sta accelerando con una modernizzazione di ampio respiro delle sue forze armate, aggiornando e sostituendo una vasta gamma di attrezzature militari in un periodo in cui i rapporti con i vicini del Mar cinese orientale e meridionale sono sempre più tesi. A novembre scorso la Cina ha istituito una nuova Adiz, ovvero una zona di difesa aerea nel mar cinese orientale, sui territori contesi con il Giappone. Si tratta di quel gruppetto di isole disabitate chiamate Senkaku dai giapponesi e Diaoyu dai cinesi. Subito ha inviato aerei da combattimento a sorvolare l’area. Ecco come si segna il territorio nei tempi moderni. E infatti le altre nazioni dell’Asia e del Pacifico che stanno ampliando la loro spesa per la difesa sono la Corea del Sud, l’India e l’Australia.

di Cecilia Attanasio Ghezzi

Articolo Precedente

“L’Unione europea si fotta”, l’audio della diplomatica che imbarazza gli Usa

next
Articolo Successivo

Caso marò, India: “Non sarà chiesta l’applicazione della legge antipirateria”

next