“Siamo noi all’interno delle fabbriche a combattere quotidianamente contro il padrone e se ci legano le mani con questi accordi per noi è finita”. Ciro D’Alessio, Rsa Fiom della Fiat di Pomigliano d’Arco (Napoli) si scaglia contro l’accordo del 10 gennaio sulla rappresentanza sindacale mentre fuori ai cancelli della fabbrica stringe tra le mani un blocco di fogli. “Sono le firme che abbiamo raccolto contro l’accordo – racconta – Sono più di cinquecento e non vengono solo dalle RSA della Fiom, ma da tutte le categorie all’interno della Cgil. A seguito di questa lettera abbiamo avuto un incontro con la Camusso, che ci ha spiegato le sue ragioni, ma senza convincerci. Le abbiamo fatto presente – continua – che noi proseguiremo nella nostra battaglia”. “Noi metalmeccanici in particolare già abbiamo difficoltà a far partecipare gli operai alle iniziative, figuriamoci con quest’accordo cosa può capitare”, aggiunge Stefano Birotti, anche lui rappresentante sindacale nello stabilimento partenopeo. Uniti contro l’accordo, le tute blu napoletane si schierano anche senza indugi al fianco di Maurizio Landini: “E’ una cosa assurda, non si è mai sentita – continua Birotti – Sembra quasi che la Cgil si comporti come Sergio Marchionne (Ad Fiat ndr)”. “Se arriveranno le sanzioni apriremo uno scontro con la Cgil – conclude Domenico Loffredo -. Sanzionare una categoria che ha la libertà di scegliere se accettare o meno l’accordo in piena autonomia pone un grande problema democratico”  di Andrea Postiglione

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Camusso, Landini (Fiom): “Dalla Cgil non mi muovo. Democrazia interna a rischio”

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