Tonnellate di prodotti alimentari mal conservati ritrovati di fianco a una delle storiche aziende agroalimentari del parmense. Nel cuore della Food Valley la Guardia di finanza ha messo i sigilli a un’area di Gaione, frazione alle porte di Parma, in cui erano stoccati contenitori con prodotti alimentari e liquidi in stato di deterioramento. Gli uomini delle Fiamme gialle di Parma hanno sequestrato oltre 10mila fusti metallici e circa 600 contenitori in plastica all’interno dei quali erano contenuti prodotti di vario genere, tutti destinati al settore dell’alimentazione. Nell’area c’erano inoltre migliaia di bancali in stato di completo abbandono e deterioramento, e decine di contenitori da mille litri pieni di liquidi non meglio identificati, oltre a vario materiale di scarto o proveniente da attività edili. Una sorta di grande magazzino di stoccaggio, dove alcune società di conservazione e lavorazione alimentare conservavano gli alimenti, prima di trasformarli e passarli alla vendita. Il dubbio degli inquirenti però è che i prodotti potessero arrivare al mercato anche nelle condizioni in cui sono stati ritrovati.

La scoperta del deposito alimentare è avvenuta lo scorso ottobre nel corso delle indagini della Guardia di finanza sul crac della Greci Geremia, l’azienda di Gaione i cui titolari erano finiti ai domiciliari lo scorso settembre con l’accusa di bancarotta fraudolenta. L’area in cui è stato rinvenuto il materiale alimentare è proprio una di quelle che fino a pochi anni fa era in uso alla ditta, poi fallita nel 2012. Vicino alla zona in cui erano stati stoccati i prodotti, la Guardia di finanza ha scoperto anche un capannone all’interno del quale erano conservate altre sostanze alimentari quasi tutte in cattivo stato di conservazione. Tutti i materiali sono stati posti sotto sequestro e sono state denunciate per violazione ambientale e sanitaria due persone impiegate nel settore della conservazione e lavorazione di frutta e ortaggi, riconducibili al deposito.

Dalle prime ricostruzioni per risalire alle tempistiche esatte in cui i prodotti sono stati depositati nell’area e alle società da cui provengono, gli inquirenti si sono trovati di fronte a una serie di documenti frammentati. In molti casi gli alimenti presentavano scritte cinesi apposte sopra i box ed etichette di scadenza sopra i fusti metallici in cui erano contenuti, per impedire di risalire all’origine della produzione. Per ora gli uomini delle Fiamme gialle hanno perquisito le strutture di una società che lavora nel settore del confezionamento di prodotti alimentari, con sede legale in provincia di Cremona e sede operativa a Parma. Nel corso del blitz sono stati sequestrati documenti che provano i reati contestati, ma le indagini sono ancora in corso e per ora non è ancora stato reso noto il nome delle imprese coinvolte nella produzione e nello stoccaggio degli alimenti ritrovati a Gaione. Solo le indagini potranno chiarire le responsabilità sul deposito e sul destino dei prodotti, che per ora rimangono sotto sequestro.

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