Una legge d’iniziativa popolare per le cure compassionevoli. E’ questa l’iniziativa promossa da un comitato cittadino e presentata ieri sera all’Hotel Cicerone di Roma. A portare avanti la battaglia è l’associazione ‘Alleanza insieme alle famiglie di malati gravi’, pazienti Stamina e genitori che hanno perso il ricorso davanti ai giudici e non hanno potuto accedere al trattamento per i loro bambini. “Garantire la cura soltanto a 36 pazienti e non a tutti lede un diritto costituzionale ­ spiega la presidente di Alleanza Elena Visconti Salvi ­ il governo, l’Aifa (l’agenzia del Farmaco) e la regione Lombardia sono responsabili, non possono dire abbiamo sbagliato ad avviare il trattamento”. La richiesta è quella di far partire una sperimentazione seria e senza pregiudizi, e garantire la cura compassionevole a tutti i pazienti in lista e non”. “Non stiamo qui per Stamina, ma per difendere il diritto alla salute in generale”, afferma la giurista Annalisa Cutolo. Poco dopo in sala arriva il professor Davide Vannoni che comunica: “C’è un nuovo paziente negli Spedali civili di Brescia che sarà sottoposto al metodo”. Nuove infusioni ordinate dai giudici, proprio mentre i medici dell’ospedale hanno indetto lo sciopero bianco, rifiutandosi di effettuare il trattamento sui 36 malati. Un padre di un bambino siciliano ha vinto il ricorso al Tar, ottenendo un ordine nominale che obbliga i dottori obiettori di coscienza ad effettuare il carotaggio. “Noi siamo nel rispetto della legge, seguiamo ciò che dicono i giudici, non ho paura dell’arresto ­- afferma Vannoni – ­questa sentenza apre una nuova breccia, perché impone ai medici, nominandoli, di effettuare le infusioni in una data prestabilita”. “L’ospedale nega, a dispetto delle norme ogni sua responsabilità, scaricando tutto sui sottoposti ” si difende così il presidente di Stamina Foundation e aggiunge: “I giornali e la comunità scientifica hanno dei preconcetti, speriamo in Mauro Ferrari, nuovo presidente del comitato scientifico, se davvero lo nomineranno”. Intanto si è in attesa della chiusura delle indagini del pm Raffaele Guariniello della Procura di Torino dove sono indagate una ventina di persone, tra queste anche Vannoni, già imputato con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, somministrazione di farmaci pericolosi per la salute; ed è stata fissata proprio per il 7 febbraio prossimo l’udienza preliminare del processo al Tribunale di Torino di Irene Buscemi

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