Via libera dell’aula del Senato alla delega fiscale, con una stretta sugli spot in radio e tv per la pubblicità dei giochi (sarà vietata per quelli con vincite in denaro che inducono comportamenti compulsivi) ma senza il ‘politometro‘ proposto dai 5 Stelle. Il testo che contiene la riforma del catasto e degli oltre 700 sconti fiscali, ma anche il rafforzamento della lotta all’evasione e interventi vari contro la ludopatia, torna ora all’esame di Montecitorio, in terza lettura. La Camera dovrà dare il via libera definitivo.

Poi il governo, attraverso il viceministro all’economia, Luigi Casero, si impegna al massimo confronto parlamentare sui decreti delegati che daranno forma alle diverse parti del testo. Insomma la delega sembra arrivare in porto ma il grosso del lavoro sarà affidato ora proprio ai decreti delegati. Protestano intanto i rappresentanti del M5S per la bocciatura di quello che era stato ribattezzato il ‘politometro’, cioè un meccanismo che “avrebbe permesso di verificare gli arricchimenti illeciti di politici e dirigenti pubblici negli ultimi 20 anni”. Emendamento che però riceve dall’aula “una bocciatura vergognosa” dalla “casta”.

Il ‘politometro’? “Una boiata pazzesca”, taglia corto Enrico Zanetti, responsabile politiche fiscali di Scelta Civica. Una posizione “demagogica e ridicola” dice Gianluca Rossi del Pd. Tra i capitoli a impatto maggiore delle delega c’è la revisione del catasto: il valore e la categoria non si baserà più sui vani, ovvero sul numero di stanze, ma sui metri quadrati. La rendita finale sarà poi determinata da una formula matematica che metterà in relazione tutto quanto, dal valore di mercato alla posizione. Una riforma quindi complessa, che non potrà completarsi di qui a poco (si parla di circa cinque anni).

L’altro fronte caldo riguarda il riordino degli sconti fiscali, con l’Italia che vanta oltre 700 voci. Si mette inoltre mano alla cosiddetta ‘erosione fiscale‘, stabilendo che il Governo intervenga per “eliminare” e “riformare” le spese fiscali che appaiono “ingiustificate”, “superate” o sono “una duplicazione”, ferma restando la priorità della tutela dei redditi di lavoro, con riguardo alla famiglia e alle persone svantaggiate. All’esecutivo è anche affidato il compito di redigere un rapporto annuale su qualsiasi forma di esenzione, esclusione, riduzione d’imposta.

La delega precisa anche la destinazione delle maggiori entrate derivanti dalla revisione, come quelle che arrivano dalla lotta all’evasione: in prima battuta andranno a salvaguardare l’equilibrio di bilancio e solo successivamente potranno confluire nel Fondo per la riduzione della pressione fiscale. Il disegno di legge investe però anche altre questioni, tra cui il riordino del giochi pubblici, l’introduzione del concetto di abuso di diritto (un nuovo rapporto con ‘inversione della provà tra amministrazione e contribuenti) e nuove forme di fiscalità ambientale. Si punta anche alla razionalizzazione dell’Iva e di altre imposte indirette, in particolare, semplificando gli adempimenti (tipo attraverso modelli precompilati) e attraverso la razionalizzare delle aliquote.

Tra le novità introdotte dalla commissione Finanze si confermano gli sgravi anche per la realizzazione di opere di adeguamento degli immobili alla normativa in materia di sicurezza e di riqualificazione energetica e architettonica. Palazzo Madama punta infine all’obbligo per il Governo di assicurare la razionalizzazione per quanto riguarda l’8 per mille. Si affronta anche il tema del gioco con la creazione di un fondo anti-ludopatia.

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