Sempre di moda parlare di violenza e di sessismo. Ormai sono diventate accuse da lanciare, con facilità, verso chiunque se ne macchi o almeno vi presti il fianco, con sicurezza di crearvi dibattito. Non di rado sono accuse rivolte con cognizione di causa, ma  l’impressione è che il condannare l’atto violento o l’insulto sessista abbia, come scopo ultimo, non tanto il mettere in evidenza le disparità di potere, cosa che ovviamente avviene, ma quasi come se fosse un effetto secondario ed inevitabile, quanto il crearsi un sostegno attorno perché tutti, a parole, sono contro la violenza ed il sessismo. Ci mancherebbe altro, tutti pubblicamente baluardi in difesa delle donne e della loro dignità (privatamente mi permetto di riservarmi qualche dubbio, non me ne vogliate).

L’accusa sembrerebbe finalizzata esclusivamente a portare acqua al proprio mulino denigrando l’avversario a colpo sicuro, sembrerebbe esserci quasi del piacere che l’altro abbia attuato quel tipo di comportamento o atteggiamento perché si è reso attaccabile senza che si debba dover faticare più di tanto a trovare altri argomenti.

“Hai usato la parola sessista o il comportamento aggressivo? Ti ringrazio, mi rendi tutto più facile, ora ti faccio vedere io”. E’ un po’ quel che sembra avvenire nella testa di coloro che puntano spesso il dito.

Poche analisi serie da parte di chi accusa o mette in evidenza quanto accaduto, se non il semplice commento arrabbiato ed indignato che si ripropone più o meno similmente all’episodio successivo (e stiamo sicuri che un episodio successivo ci sarà).

Il Parlamento, negli ultimi anni, ci ha abituato a show e tragicommedie che danno la misura della nostra classe politica, ma sostanzialmente anche del nostro Paese, così come l’hanno ridotto, ma anche come noi abbiamo contribuito a ridurlo perché la mentalità all’italiana  fa parte del Dna di questo popolo con i suoi mille pregi ed i suoi mille difetti.

Se, alla Camera, un deputato alza le mani su una deputata o le riversa insulti sessisti, succede semplicemente perché può permetterselo impunemente, evidenzia come non ci sia mai stata una reale riflessione ed un reale interesse per i rapporti di genere in quel contesto, questo va al di là di qualsiasi considerazione o convinzione  prettamente politica. I deputati, prima di essere politici, sono uomini e donne che riflettono pienamente i rapporti vigenti tra i due sessi.

La politica, in questo particolare momento storico in cui le questioni legate al genere e alla violenza contro le donne godono di particolare coinvolgimento (non solo strumentale fortunatamente), è chiamata e sarà chiamata a sostenere e a legiferare tutta una serie di azioni di rete e di sostegno per il raggiungimento dei pari diritti e delle pari opportunità. Non posso che pensare con amarezza: “Se il buongiorno si vede dal mattino…”.

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