Ci sono ben poche cose belle come un cinema pieno zeppo di gente, come mi è capitato di assistere venerdì sera in una sala che, fino a qualche settimana fa, era destinata a chiudere i battenti. Un pubblico perlopiù composto da giovani attenti, silenziosi, coinvolti a ogni movimento di camera. Qualcosa che ti riporta indietro con la memoria, a quando, insieme agli amici, in quei giorni invernali dove il sole tende a calare già dal primo pomeriggio, ti potevi rinchiudere in diversi cinema sotto i portici della tua città. Chiusa la parentesi nostalgica, se si pensa a quanti esercizi hanno chiuso nell’arco degli ultimi dieci-vent’anni, non si può che provare un senso di amara malinconia. Senza volere essere uno di quei fermi detrattori che a ogni costo rifuggono la multisala; ci sono multisala e multisala: talvolta dei veri baracconi, altre volte, invece, degli ottimi esempi di buona programmazione che, negli ultimi tempi, sta dando sempre più spazio a una proposta d’essai sulla quale bisognerebbe riflettere con maggiore slancio e senza preconcetti. Frutto, spesso, di un retaggio di chiara matrice – appunto – nostalgica. ‘Ha ancora senso vedere i film in sala?’ Era il titolo di novembre del mensile diretto da Gianni Canova 8/½. Eccome.

Le buone notizie, con questo inizio 2014, non stentano ad arrivare. Dopo aver passato un duro periodo che vedeva gli esercenti cinematografici impegnati nella digitalizzazione, assistiamo ai primi buoni risultati, sia per gli stessi proprietari, che per il pubblico. Almeno per quanto riguarda l’Emilia e in particolare la mia città, Reggio. Questi riscontri sono anche figli, nonostante io sia da sempre un amante della pellicola, del digitale. I motivi sono vari: in primis la possibilità di avere una proposta più variegata, una maggiore facilità (che deve essere coadiuvata dai distributori con attenzione) nella multi-programmazione, nell’avere contenuti di diversa natura, come lungometraggi ma non solo.

Il bell’esempio del Cinema Mexico di Milano, a cui fa capo uno scafatissimo esercente di nome Antonio Sancassani, è quello di proiettare l’opera lirica o eventi circoscritti a un luogo in diretta via satellite nel proprio cinema, con tutta la tecnologia di una sala cinematografica. Come, per esempio, l’ipotesi di assistere a una première in cui un autore presenta il suo ultimo lavoro a una platea in collegamento da un’altra città. Per non parlare dei film in presa diretta, a Reggio Emilia centro (AlCorso, Cristallo), limitrofi (Rosebud, Olimpia, Jolly) e provincia (Eden di Puianello), ormai tutte le sale hanno una serata dedicata ai film in lingua originale con relativi sottotitoli in italiano. Ancora, le affascinati pellicole restaurare e digitalizzate dei grandi classici per iniziativa della Cineteca di Bologna e la volontà del direttore della fondazione, Gian Luca Farinelli.

In questo 2014 il cinema ci appare più che mai vivo e vitale. A Bologna sono state oltre 3.000 le presenze della “Notte Bianca” dello scorso sabato,un risultato che supera di gran lunga quello dello scorso anno (2.000) e conferma l’entusiasmo della città per l’iniziativa promossa da Anec Emilia Romagna. A questo dato si aggiungono gli oltre 1.500 spettatori mobilitati per le proiezioni di “film d’arte” organizzate dalla Cineteca nell’ambito di Art City. Per questo sorprendente inizio bisogna soprattutto ringraziare i maestri del cinema e quelli che, presto, lo diventeranno. Due nome tra tutti: Il lupo di  Wall Street Martin Scorsese, che di nuovo non ci fa staccare dalla seggiola per un solo istante, con l’aiuto del suo straordinario interprete protagonista, e Paolo Sorrentino, che ci rende orgogliosi, ma davvero tanto, proprio in virtù del suo percorso cominciato da quel L’uomo in più, girato con il medesimo produttore e interprete (per quella prima volta in un ruolo principale) de La grande bellezza.

Per sottolineare il fermento citiamo, infine, il successo di pubblico di Pif al cinema Rosebud di Reggio Emilia e l’anteprima di Nebraska al cinema Jolly, a cui Lucky Red ha affidato una seconda, attesissima, premièreA proposito di Davis dei fratelli Coen, lunedì 3 febbraio alle ore 21. L’importante iniziativa del Comitato “Porta Castello” denominato City-in che, da un’idea di un giovane studente di filosofia amante di cinema ri-aprirà occasionalmente uno spazio commerciale adibendolo per 2 giorni (1 e 2 febbraio) a Microcinema, in via Ludovico Ariosto (sempre Reggio E., l’obbiettivo è sensibilizzare l’amministrazione a una continua chiusura dei negozi in quell’area). Da segnalare poi gli eventi Fice Emilia Romagna da sempre a sostegno dei giovani autori, o di quelle opere più fragili per il mercato: Gaglianone (con il suo riuscitissimo ibrido ducu-fiction La mia classe) sarà a Parma il 3 febbraio e il giorno successivo incontrerà gli studenti delle scuole, proseguendo il percorso di incontri a Imola, Cesena e Santarcangelo. Il sud è niente, dell’ex allievo della Sperimentale Fabio Mollo, dopo i festival di Toronto e Roma (Premio Camera d’oro per il produttore emergente Jean-Denis Le Dinahet) sarà accompagnato dallo stesso autore il 17 a Reggio; a seguire Parma, Santarcangelo e il 20 al Lumiere di Bologna.

 

 

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