Un viaggio tra alberghi, ristoranti e locali confiscati alla mafia per svelare l’altro volto di Rimini, quello fatto di estorsioni, riciclaggio e violenze. È partito sabato pomeriggio il primo Riviera Mafie Tour, un percorso a tappe organizzato dai volontari dell’associazione romagnola Gruppo antimafia Pio La Torre, per mostrare quanto mafia, camorra e ‘ndrangheta abbiano allungato le mani anche sulla terra del turismo e del divertimento di massa. “Solo cinque anni fa, quando abbiamo iniziato, l’attenzione era molto bassa”, spiega Patick Wild, uno dei giovani dell’associazione. “Anzi, le istituzioni tendevano a minimizzare il fenomeno. Oggi invece le diverse inchieste hanno dimostrato il contrario. Questa è una zona ricca, con hotel, pizzerie e locali. E per questo molto appetibile per la cosche criminali”. Dall’albergo Mutacita di Miramare, gestito da un prestanome della malavita, al Ristorante degli Artisti di Bellaria-Igea Marina, dove il clan Muto di Cetraro reinvestiva denaro sporco proveniente da usura ed estorsione, i volontari hanno spiegato alle diverse scolaresche presenti la vicenda di ogni singolo bene confiscato, soffermandosi anche sui problemi burocratici che troppo spesso condannano questi luoghi all’abbandono  di Giulia Zaccariello

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