“Qualche docente usa e abusa dei suoi rapporti di potere o fa lezioni inaccettabili? Non sai come dirglielo? Segnalacelo qui o con un messaggio privato”. Una pagina Facebook per segnalare professori dell’Università di Bologna. L’idea è del collettivo Hobo che ha lanciato la provocazione nelle scorse ore, raccogliendo subito alcuni messaggi. Un’iniziativa che però ha scatenato numerose polemiche e la Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo. “La pagina era stata da subito individuata dalla Digos che ha trasmesso una nota in Procura. Naturalmente verranno seguiti gli sviluppi del caso. Al momento è stato aperto un fascicolo conoscitivo“, ha spiegato il procuratore aggiunto e portavoce della Procura, Valter Giovannini. Nei giorni scorsi, il 14 gennaio, lo stesso collettivo era stato protagonista di un’accesa contestazione ad Angelo Panebianco, docente di Scienze Politiche preso di mira per un editoriale sul Corriere della Sera sul tema dell’immigrazione.

“Quella del gruppo di studenti Hobo è un’ulteriore riprovevole iniziativa messa in campo contro i professori universitari”. Lo scrive in una nota il prorettore agli Studenti dell’università di Bologna, Roberto Nicoletti, commentando la creazione di una pagina Facebook dove segnalare i docenti ‘sgraditi’. “Per le segnalazioni e i casi di veri o presunti soprusi – prosegue il prorettore – esiste la figura istituzionale del Garante di Ateneo, che è tenuto a verificare la fondatezza delle segnalazioni. Siamo tutti chiamati a contribuire a isolare questo genere di azioni, ricordando che l’università è il luogo del confronto e non della discriminazione e della caccia all’uomo”.

L’iniziativa ha fatto intervenire anche il ministero dell’istruzione: “Al più presto”, ha detto il sottosegretario Gian Luca Galletti, “per chiedere informazioni all’Ateneo, effettuare ulteriori approfondimenti, monitorare gli sviluppi di questa assurda quanto indecente trovata e valutare di conseguenza come agire. E’ un’iniziativa provocatoria, inaccettabile, un comportamento di stampo fascista che non corrisponde a nessuna regola di buonsenso e di fronte al quale non resteremo inerti”. Esistono già metodi di valutazione, ricorda il sottosegretario, tra cui la valutazione qualità della ricerca dell’Anvur, “che ha classificato l’ateneo di Bologna ai primi posti. Se questi pseudo studenti – prosegue – ritengono che i criteri di valutazione dei docenti non siano adeguati mettano in campo idee costruttive su come migliorarli. Di certo non rientra tra questi la creazione di liste di proscrizione su un social network”. “Apprezzo la tempestività della magistratura bolognese“, aggiunge il sottosegretario, commentando l’apertura di un fascicolo conoscitivo da parte della Procura.

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