Mettere “al centro il protagonismo biologico dell’embrione”, discutere dell’obiezione di coscienza minacciata “da derive indubbiamente totalitarie”, fare emergere “un tema poco noto e spesso trascurato: quello delle conseguenze psicologiche dell’aborto”. Di queste e di altre tematiche cosiddette “prolife” si discute venerdì 24 gennaio 2014 all’Università di Torino (in un’aula all’interno dell’Ospedale Sant’Anna) nel convegno “L’inizio della vita, luci e ombre” organizzato da Federvita Piemonte, movimento fondamentalista cristiano dichiaratamente “anti-abortista” e “anti-gay”. L’iniziativa è gratuita, dà diritto ai partecipanti a 5 crediti Ecm (obbligatori per l’aggiornamento professionale) e ha il patrocinio della Regione Piemonte (guarda il volantino). Tra gli interventi in programma anche quello dell’assessore regionale del Piemonte alla Sanità e alle Politiche sociali Ugo Cavallera.

La notizia dell’evento ha scatenato le proteste di chi si batte per i diritti delle donne e per la salvaguardia della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza. Il collettivo femminista Altereva – che sta organizzando una mobilitazione con assemblea questa sera – si chiede come sia possibile che “il convegno sia gratuito in un sistema socio-sanitario piegato da licenziamenti, blocco del turn-over, blocco delle assunzioni, mancanza di personale e personale sovraccaricato, nel quale l’aggiornamento obbligatorio richiesto da profilo professionale è tendenzialmente molto caro”. Inoltre si domanda come “un ente pubblico possa riconoscere valore formativo e scientifico a questa tipologia di propaganda”.

La consigliera regionale Monica Cerutti (Sel) sottolinea come questa iniziativa dimostri che “la giunta Cota calpesta il principio di laicità e piega l’ente pubblico a pervertire la formazione in evangelizzazione oscurantista. Ci troviamo per l’ennesima volta a ribadire il diritto delle donne all’autodeterminazione e all’accesso a un aborto legale e sicuro, come sancito dalla legge 194”. Secondo la consigliera Eleonora Artesio, “sarebbe doveroso fare un’interrogazione” ma a causa della sospensione delle attività per la sentenza del Tar che ha annullato le elezioni del 2010 (ora si è in attesa del ricorso), per il momento non è possibile.

Federvita da parte sua ribadisce la totale trasparenza sull’organizzazione. “In quanto associazione – spiega Marisa Orecchia, presidente di Federvita – siamo iscritti al registro del volontariato e partecipiamo ai bandi per il finanziamento dell’assessorato alle Politiche sociali”. Alla domanda su quanti soldi siano stati ricevuti per il convegno, Orecchia però preferisce non rispondere. Sottolinea invece il rigore dei relatori: “Non vediamo nulla di strano nel fatto che vengano ospitati dall’Università di Torino e che per chi parteciperà all’incontro siano previsti i crediti Ecm che arrivano da un provider (nel volantino indicato come l’associazione ‘Salute e bioetica del Piemonte’) che interagisce con il ministero della Salute”.

Si tratta di un’iniziativa “tutt’altro che accettabile in una struttura pubblica”, secondo la Casa delle donne di Torino, che ha inviato una lettera al Rettore dell’Università Gianmaria Ajani chiedendo di revocare la disponibilità alla struttura. “Questo accade qui perché noi restiamo l’osso duro dell’opposizione tra le donne in Italia” dice Carla Quaglino, delegato della Casa delle donne. Forti critiche arrivano anche da Silvio Viale, presidente dei Radicali italiani e responsabile del servizio per la 194 dell’Ospedale Sant’Anna di Torino, che spiega che “un convegno fatto lì è una provocazione dato che l’aula universitaria è all’interno dell’ospedale della RU 486, che ha condotto la battaglia e che fa 3.500 interruzioni volontarie di gravidanza ogni anno, un terzo delle quali con la Ru486. Domattina al piano sopra avremo 22 donne prenotate tra aborti medici e chirurgici e altri 22 che verranno a farsi visitare. Quel che stupisce è come sia possibile che questo accada in un ospedale dove le responsabili del dipartimento universitario e della Scuola di specializzazione di ginecologia del Sant’Anna sono donne, entrambe non obiettrici, e dove i primari sono tutti non obiettori. Forse è stata sottovalutata la portata dell’iniziativa”. Dal canto suo Viale ha promosso, per la prima volta in Piemonte, il corso di aggiornamento per medici non obiettori (previsto dalla legge 194) in programma il 7 marzo che prevede 12 punti Ecm.

Articolo Precedente

“Mtv, il reality ’16 anni e incinta’ riduce il numero di gravidanze precoci”

next
Articolo Successivo

“Sex toys, cade il tabù. A comprarli sempre più donne. Il 28% delle italiane ne ha uno”

next