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Abbado, il ricordo di Cofferati: “Ideammo l’Orchestra Mozart e fu bellissimo”

L'ex sindaco di Bologna ricorda l'impegno del direttore d'orchestra a Ferrara e nel capoluogo emiliano, con la creazione nel 2004 dell'ensemble di giovani musicisti provenienti da ogni parte del mondo tenuti insieme "dall’utilizzo sociale della musica". Attività sospese a settembre: "Ogni strada va tentata per salvarla", dice l'Europarlamentare Pd, "questa formazione deve sopravvivere in memoria di Claudio"

di Davide Turrini

Niente tweet, nessuna mail o sms, Sergio Cofferati apprende la notizia della morte del maestro Claudio Abbado al telefono: “Non lo sapevo, sono molto addolorato”. L’attuale parlamentare europeo del Pd è stato nel 2004 il primo e più entusiasta sostenitore della nascita dell’Orchestra Mozart di Bologna diretta da Abbado, quattro mesi dopo la sua elezione a sindaco a Palazzo d’Accursio, nonché uno dei primi soci del club Abbadiani Itineranti, l’associazione milanese nata nel 1995 dall’idea di un gruppo di appassionati milanesi del direttore d’orchestra più celebre al mondo. “Con Claudio ci conoscevamo già”, spiega Cofferati al fattoquotidiano.it, “fin da quando a fine anni ottanta lasciò definitivamente La Scala di Milano per dirigere la filarmonica di Vienna. Ricordo ancora che discutemmo molto su come avrebbe potuto tornare a dirigere un’orchestra in Italia. Oltre a Milano e Verona, fu davvero magnifico come si legò alla città di Ferrara quando dal 1997 fondò la Mahler Chamber Orchestra e lì le fece prendere residenza stabile. Poi ancora lo ricordo quando dopo il primo malanno serio e le cure contro il cancro, lo risentii e riascoltai nel 2001 a Roma in Santa Cecilia per l’intero ciclo delle Sinfonie e dei Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven. Era stremato ma ritornò sul palco come prima. Una forza d’animo incredibile”.

“Perdiamo il più grande direttore d’orchestra del Novecento – continua Cofferati – un uomo di straordinaria attenzione ai cambiamenti della società in cui viveva, lontanissimo dai riflettori dello spettacolo, ma mai distaccato dal sociale che lo circondava. E poi ancora un uomo dalla generosità fuori dal comune”. Già, perché inizia proprio così, con un’idea di sapere musicale che si trasmette tra generazioni, l’avventura della Mozart a Bologna nel settembre del 2004: ensemble nutrito di giovani musicisti provenienti da ogni parte del mondo con l’obiettivo di portare la musica sinfonica e da camera nei migliori teatri internazionali e, soprattutto, in quei luoghi dove questo tipo di composizione artistica non era ancora arrivata. “Il grande equilibrio tra riservatezza e conoscenza delle cose che capitavano intorno a lui non l’ha mai portato a esibire la sua disponibilità alle novità e allo spirito civico che aveva”, prosegue l’ex sindaco di Bologna, “quando con Fabio Roversi Monaco, presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Bologna, ideammo la Mozart fu bellissimo: un’orchestra di giovani e in più l’utilizzo sociale della musica”.

“Claudio era uno dei ‘nostri'”, spiega il presidente di Genus Bononiae, Fabio Roversi Monaco, “era venuto ad abitare a Bologna dopo la nascita della Mozart. Da non melomane in 10 anni ho imparato tantissimo da lui. Avevamo un rapporto stretto, magari non lo vedevi per 20 giorni, poi tornava e partecipava al lavoro dell’Orchestra senza risparmiarsi mai. Ha portato questi giovani musicisti a un livello eccelso e alla fama internazionale. Ora però l’esperienza si chiude irrimediabilmente per mancanza di fondi”. E’ notizia dell’11 gennaio scorso, che ha girato il web ed è finita sui più importanti quotidiani mondiali, la sospensione delle attività dell’Orchestra Mozart: “Abbado aveva sospeso ogni attività dal settembre 2013”, prosegue l’ex rettore Unibo, “difficile ora con la scomparsa del maestro attrarre capitali privati per mettere insieme una Fondazione che potrebbe salvare l’orchestra. Abbado è insostituibile”. “Ogni strada va tentata per salvarla”, conclude Cofferati, “proviamo a promuovere direttore il giovane violinista venezuelano Diego Matheuz, una delle figure più care ad Abbado. Questa orchestra deve sopravvivere per la città di Bologna, per la cultura italiana e mondiale, ma soprattutto in memoria di Claudio”.

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