Le speranze di fermare l’inceneritore per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti si spengono per sempre. Il Tar, che quest’estate aveva già dato il via libera alla riaccensione del forno di Ugozzolo dopo lo stop imposto da Provincia e Comune, ha definitivamente dato ragione alla multiutility Iren. Il collegio di giudici presieduto da Angela Radesi ha accolto il ricorso di Iren, che aveva impugnato gli atti con cui Provincia e Comune avevano ordinato lo spegnimento dell’impianto per la mancanza del certificato di agibilità. Già in via cautelare, per evitare conseguenze economiche alla società, il tribunale amministrativo aveva sospeso la validità del provvedimento delle due amministrazioni, riservandosi di entrare nel merito della vicenda in un secondo momento. 

Dopo l’udienza del 9 ottobre 2013, la sentenza è arrivata il 16 gennaio come un’altra doccia fredda per il Comune, che inoltre è stato condannato al pagamento di 2mila euro di spese legali. Iren aveva chiesto l’annullamento del documento con cui il Comune a giugno e a luglio 2013 aveva dichiarato “inammissibile, irricevibile e improcedibile” la segnalazione certificata di inizio attività e la richiesta di certificato di conformità edilizia e agibilità parziale da parte della multiutility. Inoltre si chiedeva l’annullamento anche dei provvedimenti della Provincia, che aveva subordinato il nulla osta all’avvio dell’esercizio provvisorio dell’impianto al certificato di agibilità, e aveva intimato lo stop dell’attività di incenerimento rifiuti che aveva portato Iren a bloccare l’inceneritore a luglio. Tutte richieste che il Tribunale ha accolto, ravvisando, come già aveva fatto nel primo provvedimento cautelare, la “contraddittorietà” degli atti dell’ amministrazione, che da una parte si era dichiarata incompetente a pronunciarsi sull’agibilità e sull’inizio attività, scaricando la responsabilità sulla Provincia, ma allo stesso tempo si era espressa sulla decadenza del titolo edilizio, che secondo il Comune era scaduto.

“Incompetenza a pronunciarsi e pronuncia di decadenza del titolo non possono essere considerati esiti equivalenti” scrivono i giudici, dal momento che gli effetti sulla società sono differenti: nel primo caso non comportano nulla, nel secondo ledono l’attività e gli interessi della società. Per queste ragioni il Tar ha messo fine al travagliato contenzioso aperto tra Comune e Iren, che dalla scorsa primavera ha portato a un avvio a singhiozzo dell’impianto, tra accensioni e spegnimenti, fino all’avvio definitivo a fine agosto 2013. Da allora a Ugozzolo si continuano a bruciare rifiuti della provincia di Parma, ma l’attenzione sul tanto contestato forno non è mai scesa. Dopo l’occupazione da parte dell’assemblea permanente No inceneritori a novembre, a dicembre l’impianto è tornato sulla bocca di tutti per due carichi di rifiuti radioattivi che sono stati bloccati all’ingresso. E ora che la speranza di spegnere il forno è tramontata del tutto, l’attenzione dell’amministrazione Cinque stelle è per il piano regionale dei rifiuti, che potrebbe portare a bruciare a Parma l’immondizia non solo da fuori provincia, ma anche da tutta l’ Italia.

Articolo Precedente

Cinque aggressioni sessuali a Bologna. Questo l’identikit diffuso dalla Polizia

next
Articolo Successivo

Terremoto, inchiesta su smaltimento delle macerie a Modena: 15 indagati

next