“State facendo morire 25mila persone. Lei è una mafiosa, vergogna”. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, ospite a Catania di un convegno sullo stato del Servizio sanitario nazionale organizzato dal Nuovo centrodestra, viene contestata pesantemente dai sostenitori del metodo Stamina. Protagonisti della protesta sono i membri del movimento Vite Sospese. “Lasciateci parlare, anche se non abbiamo pagato il biglietto per essere qui”, urla Anna Caerta, madre di Mauro Terranova, ragazzo 23enne di Modica affetto da atassia spinocerebellare. Pochi mesi fa, pur di consentire al figlio di accedere al metodo Stamina, la donna ha tentato il suicidio. Sul palco viene quindi accolta Simonetta Terranova, la sorella di Mauro. “Come ha potuto far morire 25mila persone, se nell’agosto del 2013 il suo Ministero ha detto che le cellule staminali di Stamina sono libere?”, denuncia. Secca la risposta del ministro Lorenzin: “La politica fa la politica, la scienza la scienza e la magistratura la magistratura”. Ma la sua voce viene sovrastata dalle urla e dai fischi in sala. Molti tra i medici e i politici presenti cercano di far tacere i contestatori. “Maleducati”, gridano contro i membri dell’associazione Vite Sospese. “Hanno detto la loro, adesso basta”, taglia corto il sindaco di Catania Enzo Bianco. Allo stesso tavolo anche il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione. Grande assente è il governo regionale: non c’è il presidente Rosario Crocetta e nemmeno l’assessore alla Salute Lucia Borsellino. Ma contro di loro si concentrano le critiche del Movimento 5 Stelle locale, guidato dalla deputata Giulia Grillo  di Leandro Perrotta

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