Parte con le proteste e i volantinaggi degli studenti la stagione lirica 2014 del teatro comunale di Bologna. Una trentina di universitari appartenenti al collettivo Cua hanno infatti manifestato contro il rincaro degli abbonamenti ‘più poveri’ e il contemporaneo sconto per quelli vip, decretato dal sovraintendente Francesco Ernani. “Pochi studenti hanno potuto partecipare oggi alla prima”, spiega Angelo, uno dei giovani del Cua. “I costi del teatro non sono accessibili per gli studenti. Ancora una volta l’ingresso alla cultura viene negato a studenti e precari a causa dei costi troppo escludenti”. 

Per la stagione, che si è aperta proprio il 14 gennaio con il Parsifal di Richard Wagner, gli abbonamenti più economici, cioè il turno C e quello pomeridiano (dove addirittura a cantare non è la prima compagnia di canto, ma la seconda), ora sono più cari fino al 50%. Tanto per intendersi: chi ha speso 160 euro nel 2013, nel 2014 ne spenderà 205, per otto spettacoli anziché nove, con un costo medio del biglietto lievitato da 17 a 25 euro.  

Al contrario, i carnet per i vip, riservati a fasce di pubblico benestante, e cioè il turno della Prima e quello domenicale, ora sono calati di quasi il 10%. Per fare un esempio, chi per assistere alle prime la scorsa stagione pagava 1.200 euro, quest’anno ne ha pagato 1.100; chi nel 2013 per le domeniche ha pagato 680 euro, nel 2014 ne ha pagato paga 645.  

I volantini distribuiti dal Cua sono anche stati attaccati con il nastro all’esterno del teatro che per l’occasione era ‘circondato’ da forze di polizia in tenuta antisommossa. La protesta tuttavia si è svolta in maniera pacifica. Nell’estate 2013 proprio di fronte al Comunale non erano mancati gli scontri anche duri. “A marzo 2014 – spiega Andrea, uno dei portavoce del collettivo studentesco – ci sarà una grande iniziativa di riqualificazione di via Zamboni (la via principale della zona universitaria, ndr), in collaborazione con writer, disegnatori e artisti di fama mondiale e con gli studenti dell’Accademia di belle arti”. Tra gli invitati che potrebbero arrivare artisti del calibro di Blu e AliCé, la writer nota in tutto il mondo denunciata alcuni mesi fa dai vigili urbani per alcune sue opere disegnate nei muri della città. 

Per gli studenti del Cua, che stanno lanciando la campagna I love piazza Verdi (la piazza centrale della zona universitaria, ndr) l’aumento dei prezzi più bassi del Comunale a Bologna non sarebbe nient’altro che la dimostrazione dell’ostilità delle istituzioni cittadine nei loro confronti (90 mila sono gli iscritti all’Alma mater), che per 10 mesi l’anno, animano la città. “Noi abbiamo reso la cultura accessibile a tutti – spiegano – pensiamo ai tanti ospiti e artisti che hanno attraversato piazza Verdi in questi mesi. Da Erri De Luca a Stefano Benni, passando per Zerocalcare”.  

Il collettivo Cua nei giorni scorsi ha assistito alla cancellazione delle immagini che i suoi attivisti ai primi di settembre avevano disegnato sulla facciata del Comunale, beccandosi in quel caso una denuncia per imbrattamento e danneggiamento aggravato: “La vera riqualificazione l’avevamo fatta noi in quella occasione”, spiega Andrea. In quella occasione gli studenti parlarono di un’iniziativa “fatta con buonsenso e creatività”. Delle scritte inneggianti al Duce proprio a fianco dell’ingresso del teatro, furono infatti sostituite in pieno giorno, alla luce del sole, con due sagome di una ballerina e di un violoncellista. I murales tuttavia, all’inizio di gennaio, sono stati cancellati dalle squadre anti-graffiti volute dal sindaco Virginio Merola.

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