E’ il 27 dicembre 2013. Giuseppe Procaccini è in campagna con la sua famiglia nel giorno in cui Alma Shalabayeva torna in Italia con la figlia Alua. L’ex capo di gabinetto di Angelino Alfano è l’unico che si è dimesso a luglio. Mentre il ministro degli Interni è rimasto al suo posto. “Per me un uomo di Stato si prende la responsabilità anche quando non è sua”, si racconta Procaccini al Fatto. E fornisce la sua versione dei fatti a Marco Lillo già quasi un mese fa: “Alfano mi disse ‘io non so come fare, c’è l’ambasciatore kazako che mi vuole vedere per una vicenda che può interessare, per la sua pericolosità, la pubblica sicurezza‘. Il ministro mi spiegò di riceverlo ma non mi parlò di Ablyazov. Allora io andai nell’ufficio a incontrarlo. Certo è una cosa molto singolare. Ma bisogna vedere il contesto: non c’era il Capo della Polizia. Era notte. L’ambasciatore è venuto nel mio ufficio alle nove e mezza di sera”. Ecco l’audio dell’intervista (di Marco Lillo, montaggio di Samuele Orini)

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L’Aquila, l’ex sindaco Cialente: “Mi sono dimesso dopo attacchi alla mia famiglia”

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