FATTOFOOTBALLCLUB – Per un momento, tra le tre e venti e le tre e mezza di ieri pomeriggio, un paese di calciofili riscaldato dal caffè borghetti su gelide gradinate, o indivanato con telecomando in mano, ci ha sperato: il campionato stava per riaprirsi. Dieci minuti che potevano sconvolgere la Serie A, tra il gol del cagliaritano Pinilla che avrebbe inflitto alla Juventus la seconda sconfitta del campionato, la splendida rovesciata di Florenzi a Roma e il gol di Mertens che portava in vantaggio il Napoli a Verona. E invece no. Dopo che Conti tutto solo fallisce un comodo raddoppio per il Cagliari, alla mezz’ora arriva il gol di Marchisio che è il preludio alla rimonta. E si finisce con un poker bianconero – agevolato dagli errori del portiere Adan, che ha pure giocato un paio di partite nel Real Madrid ai tempi di Mourinho – sublimato in numeri incredibili per la mezza stagione: 11 vittorie consecutive (record del club) e un girone d’andata chiuso a 52 punti, con una proiezione di 104 a fine stagione che fa veramente paura. Quando non è nel gioco, come ieri, è nei numeri e nelle statistiche la magnificenza di questo Conte ter.

Per il resto i numeri sono ottimi anche per la Roma, quattro gol al Genoa senza subirne nemmeno uno e mantenendo la miglior difesa del campionato. E per il Napoli, tre gol sul campo del Verona che finora al Bentegodi aveva vinto addirittura otto partite su nove. Ma nonostante queste cifre favolose, il distacco dalla Juve resta nell’ordine degli otto e dieci punti. E allora fa bene Benitez, nel dopopartita, a dichiarare che loro fanno la corsa sulla Roma, per il posto in Champions senza spareggi, che la Juve è oramai troppo lontana. La seconda frattura della classifica è infatti tra il terzo posto del Napoli e il quarto del Verona, capolista di un gruppo di inseguitori senza possibilità di vittoria finale che lotta per un piazzamento in Europa League. Nel mezzo la Fiorentina, indecisa se stare tra le grandi o tra i gregari. E il presentarsi a Torino senza prime punte per gli infortuni di Gomez e Rossi non aiuta a scegliere, il pareggio senza reti con i granata è così inevitabile.

Vola il Parma che a Livorno trova l’ottavo risultato utile di fila e la seconda vittoria consecutiva senza Cassano – “lasciato a riposo per essere pronto in Coppa Italia”, la geniale dichiarazione di Donadoni – inguaiando i labronici precipitati all’ultimo posto. Male anche il Catania, sconfitto a Bergamo da un’Atalanta in perfetta media salvezza. E malissimo il Bologna, che subisce una pesante e doverosa contestazione a fine partita dopo lo scialbo pareggio con la Lazio. I due nuovi tecnici Ballardini e Reja non sembrano aver portato alle due squadre l’entusiasmo necessario al cambio di rotta. Come Allegri, giunto al capolinea della sua avventura rossonera, con il Milan umiliato dal Sassuolo e dal poker del 19enne Berardi (la cui storia è allo stesso tempo una favola e un monito all’esterofilia di troppi dirigenti nostrani), il primo nella storia a segnare quattro gol al Milan, il secondo più giovane a farne quattro in Serie A dopo Piola.

E così, nel giorno dello strombazzatissimo esordio di Honda, più che la celebrazione del sol levante si è assistito all’ennesimo tramonto rossonero. “Una serata deludente, come altre. E’ necessario e urgente cambiare. Non è più tollerabile che i tifosi assistano a prestazioni inaccettabili come questa”, dice a tarda sera il neo amministratore delegato Barbara Berlusconi, ed è il preludio all’esonero di Massimiliano Allegri, da ufficializzare in mattinata. Lui in conferenza stampa aveva respinto ogni ipotesi di dimissioni, ma la sua avventura rossonera è un lungo viaggio al termine della notte. Lo scudetto il primo anno con Ibra e Thiago, un terzo posto l’anno dopo grazie a un’incredibile rimonta propiziata dai rigori di Balotelli, ma il terzo e decisivo anno, quando la sua impronta deve essere più riconoscibile, scoppia la lotta intestina tra Barbara e Galliani e la squadra si sfalda: 7 sconfitte in 19 partite e 30 punti di distacco dalla Juve. Troppo anche per la strana coppia al potere.

IL PERSONAGGIO
“Se io dovessi fare un gol del genere, penso che smetterei subito. Non mi alzerei più da terra. Complimenti ad Alessandro perché ha fatto veramente uno dei gol più belli della Seria A”. Quando un’investitura così arriva dal tuo capitano, che in Serie A ha giocato qualcosa come 547 partite e segnato 231 gol, vuol dire che hai fatto qualcosa di veramente meraviglioso. E se anche tu come lui, dopo avere fatto tutta la trafila dalle giovanili, giochi nella squadra della città dove sei nato e di cui sei tifoso fin da bambino, vuol dire che sei un predestinato. Eppure Alessandro Florenzi, nato a Roma 22 anni fa, fino a due anni fa giocava con lo stipendio minimo sindacale, e nel tempo libero lo trovavi al bar dei genitori a dare una mano. Questa è la sua grandezza. Essere capace di segnare un magnifico gol in acrobazia, una rovesciata perfetta per coordinazione e impatto col pallone, poi mettersi le mani nei capelli per festeggiare, come a dire “non ci credo ancora”, e davanti alle telecamere spiegare: “Il gol? Istinto e lavoro”. Quando l’umiltà non è un vezzo ma il modo di proporsi alla vita, significa che la grande bellezza la sai trovare in una magnifica rovesciata davanti nello stadio dei tuoi sogni come dietro il bancone di un bar. Allora sei davvero un predestinato.

LA SPIGOLATURA
Nemmeno 4.800 spettatori per la partita più importante della diciannovesima giornata di Serie A. “Una vergogna, che non si vede da nessuna altre parte d’Italia e del mondo”, chiosa giustamente il tecnico Lopez a fine partita. Non si è ancora risolta l’infinita querelle tra la società e il Comune per l’utilizzo dello Stadio Sant’Elia di Cagliari. E così, dopo l’esodo volontario a Trieste e il successivo esilio imposto a Quartu Sant’Elena, concluso con l’arresto del presidente Cellino, il ritorno a casa non è coinciso con l’uccisione del vitello grasso. Anzi. Un continuo balletto di responsabilità tra le parti in causa che finisce con umiliare squadra, tifosi e città. E il calcio italiano tutto. Ieri, oltre a milioni di spettatori collegati da tutto al mondo, la mestizia del Sant’Elia era sotto gli occhi di un certo David Moyes, tecnico del Manchester United abituato ai 76mila posti a sedere di Old Trafford, che a Cagliari ha visto una situazione che nemmeno nella quinta divisione inglese. Altro che in Serie A. Ma oramai la commedia all’italiana è tracimata nell’assurdo se è vero, come ha detto Zedda, che l’approvazione definitiva per la convenzione sui 16mila posti dell’impianto spetterebbe alla Commissione provinciale di vigilanza per il pubblico spettacolo: commissione “soppressa con la Finanziaria nazionale dell’anno scorso”, prima di essere stata reintrodotta solo quest’anno dalla Legge di Stabilità.

Twitter: @ellepuntopi

SONDAGGIO

RISULTATI
Livorno-Parma 0-3 (Palladino al 2′ p.t., Amauri al 41′ s.t. e su rigore al 48′ s.t.)
Bologna-Lazio 0-0
Torino-Fiorentina 0-0
Atalanta-Catania 2-1 (Denis (A) su rigore al 22′ s.t., Moralez (A) al 41′ s.t. e Leto (C) al 44′ s.t.)
Cagliari-Juventus 1-4 (Pinilla (C) al 21′ p.t., Llorente (J) al 31′ p.t. e al 31′ s.t., Marchisio (J) al 28′ s.t. e Lichtsteiner (J) al 35′ s.t.)
Roma-Genoa 4-0 (Florenzi al 26′ p.t., Totti al 30′ p.t., Maicon al 46′ p.t. e Benatia al 7′ s.t.)
Verona-Napoli 0-3 (Mertens al 27′ p.t., Insigne al 27′ s.t. e Dzemaili al 31′ s.t.)
Sassuolo-Milan 4-3 (Robinho (M) al 9′ p.t., Balotelli (M) al 13′ p.t., Berardi (S) al 14′ p.t., al 28′ p.t., al 40′ p.t e al 2′ s.t., Montolivo (M) al 41′ s.t.)
Sampdoria-Udinese (stasera, ore 19:00)
Inter-Chievo (stasera, ore 21:00)

CLASSIFICA
Juventus 52
Roma 44
Napoli 42
Fiorentina 37
Verona 32
Inter 31*
Parma 26
Torino 26
Lazio 24
Genoa 23
Milan 22
Atalanta 21
Cagliari 21
Udinese 20*
Sampdoria 18*
Chievo 16*
Bologna 16
Sassuolo 14
Livorno 13
Catania 13
*una partita in meno

MARCATORI
14 gol G. Rossi (Fiorentina)
11 gol Berardi (Sassuolo), Tevez (Juventus)
10 gol Palacio (Inter)
9 gol Cerci e Immobile (Torino), Higuain (Napoli) e Toni (Verona)
8 gol Callejon (Napoli), Gilardino (Genoa) e Vidal (Juventus)
7 gol Balotelli (Milan), Denis (Atalanta), Eder (Sampdoria), Jorginho (Verona) e Llorente (Juventus)

PROSSIMO TURNO
Roma-Livorno (sabato 18 gennaio, ore 18:00), Juventus-Sampdoria (sabato, ore 20:45), Udinese-Lazio (domenica 19 gennaio, ore 12:30), Atalanta-Cagliari, Bologna-Napoli, Catania-Fiorentina, Chievo-Parma, Genoa-Inter, Sassuolo-Torino (domenica, ore 15:00), Milan-Verona (domenica, ore 20:45)

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