La ditta di onoranze funebri sarà contenta, sono riusciti a far parlare di sé. Però credere che basti solo fare chiasso e attirare l’attenzione per aver fatto della pubblicità è una regola che non esiste. Se fosse così facile, basterebbe una scorreggia. E anche in quel caso sarebbe responsabile il cliente che l’ha approvata.

Un’altra regola mai esistita è che per catturare il cliente basti farlo ridere. Vent’anni di berlusconismo non sono passati invano! E allora vai con i doppi sensi che sono il modo più facile per costruire battute. Però riescono regolarmente male perché si deve fare i conti col prodotto: uno dei due sensi di lettura è già impegnato e i creativi finiscono per far quadrare il cerchio maldestramente.

Ma chi se ne frega se non si riesce! Basta giocare sull’equivoco e rimediare con un “E che avevi capito?”, che coglie in fallo (è il caso di Mental) il destinatario del messaggio dopo avergli teso gratuitamente un trabocchetto. Purtroppo, Mental ha fatto scuola e siamo arrivati fino ai giorni nostri con un’interminabile serie di corto circuiti e di volgari doppi non sense che danno un’idea precisa della nostra “cultura” imprenditoriale e di servizio.

Non credo che una campagna come questa possa incrementare le vendite e che la gente, simpaticamente colpita dal suo sapido humour, non veda l’ora di farsi servire da questi mattacchioni. Al massimo può allontanare i clienti per il modo demenziale con cui tratta il caro estinto. L’unico funerale che vediamo qui è quello della pubblicità.

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