“Ora più di prima c’è bisogno di conoscere la verità”. E’ l’appello del Movimento 5 stelle del Senato, che ad aprile 2013 ha depositato un disegno di legge per istituire una commissione d’inchiesta sulla ricostruzione post terremoto. La richiesta – dopo otto mesi – è ancora chiusa in un cassetto della commissione Ambiente. “I magistrati che lavorano dal 2012 – spiega la senatrice cinque stelle Enza Blundo, prima firmataria della proposta – stanno accertando i reati e le responsabilità penali. Invece, la commissione d’inchiesta ha un altro ambito di competenze: accertare le responsabilità politiche che consentono e creano le condizioni perché si commettano i reati”.

Intanto, dopo le rivelazioni della magistratura che hanno portato a quattro arresti e otto indagati – tra politici e tecnici del comune – e alle dimissioni del vicesindaco, Roberto Riga, accusato di corruzione, anche la poltrona del sindaco, Massimo Cialente – con le dimissioni di ieri – è saltata. L’inchiesta giudiziaria “Do ut des” sulla ricostruzione dell’Aquila sta raccontando una storia inquietante fatta di appalti truccati e presunte tangenti. Ma ancora più inquietanti le considerazioni dell’ex assessore del comune di L’Aquila, Ermanno Lisi (Udeur), coinvolto in un’altra inchiesta, poi archiviata, secondo cui il terremoto del 6 aprile 2009 – costato 309 morti e la distruzione di una città intera – sia stato un “colpo di culo”.

I fatti – spiega la senatrice aquilana del M5S – ci stanno dando ragione e rischiano di destabilizzare ulteriormente i cittadini, già duramente provati da una situazione economicamente e psicologicamente terribile”. Lo scopo della commissione d’inchiesta è “acquisire – si legge nella proposta depositata a inizio legislatura – dai soggetti competenti, informazioni, dati e documenti sugli indirizzi e sui risultati dalle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni e dagli altri soggetti che si occupano della ricostruzione, con particolare riferimento all’uso dei fondi”.

E sull’uso dei fondi vuole fare chiarezza anche il gruppo di Sel della Camera, chiedendo, con un documento depositato ai primi di novembre, l’istituzione di una commissione monocamerale d’inchiesta sulla ricostruzione della città dell’Aquila e degli altri paesi colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Secondo Gianni Melilla, primo firmatario della proposta, “La commissione d’inchiesta è uno strumento utile per fare luce su una vicenda incredibile nella sua immoralità e valenza politica ancora prima che penale. Mi auguro che questo scandalo non sia pagato dai cittadini aquilani che aspettano la ricostruzione della città”.

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