I Mondiali di calcio del 2022 in Qatar? “Non si giocheranno in estate, che fa troppo caldo, ma in inverno, in una data compresa tra il 15 novembre e il 15 gennaio”. Lo ha detto il segretario generale della Fifa Jerome Valcke intervistato da France Info. Non una vera e propria ufficializzazione (che dovrà essere ratificata dalla Fifa al termine di un congresso, probabilmente quello di fine anno), ma quasi, dato che a parlare è il numero due del calcio mondiale. Nella stessa intervista Valcke ha aggiunto che “il momento in cui il clima è più favorevole per disputare partite di calcio in Qatar è tra novembre e dicembre”. Poi in tarda mattinata la portavoce della Fifa Delia Fischer è intervenuta per dire che Valcke stava parlando a titolo personale, ma il succo è quello. Con la tara del successivo mezzo passo indietro, resta un annuncio destinato a sconvolgere il calcio come lo abbiamo conosciuto fino ad ora, quando i Mondiali e gli Europei si giocavano d’estate per non entrare in rotta di collisione con i calendari dei campionati e delle coppe.

Difficile, se non impossibile, ipotizzare quali possano essere le misure prese dalla Uefa. Fare cominciare i campionati continentali ad agosto, interromperli a ottobre – che le nazionali necessitano di almeno un mese di preparazione e allenamenti – e farli riprendere poi a febbraio, dopo il dovuto riposo, con il rischio di trascinarli fino a fine giugno? Riempire i campionati di partite infrasettimanali, con le squadre che dovrebbero portare le rose a quaranta giocatori? A questo punto ne andrebbero di mezzo le coppe europee. Prendiamo in esame solo la Champions League, che grazie a sponsor, passaggi televisivi e premi in denaro è la gallina dalle uova d’oro dei grandi club, garantendo loro una cifra che va dai 20 ai 50 milioni l’anno minimo. Quest’anno dal 17 settembre al 11 dicembre si sono giocate ben 96 partite: impossibile annullarle, dove andrebbero spostate?

Tutto questo casino, per garantire di disputare il Mondiale di calcio in un paese che non rispetta i diritti umani, e in cui i lavoratori che partecipano alla costruzione degli impianti sono tenuti in condizione di schiavitù. D’altronde, che ci fosse qualcosa che non andava con la scelta del Qatar si era capito fin dal momento della designazione, intorno a cui aleggia non più il sospetto ma la certezza di corruzione di diversi membri e delegati della Fifa. Così come è impossibile scindere i rapporti privilegiati di affari tra il presidente dell’Uefa Michael Platini e l’emiro Al Thani, con la mediazione dell’ex presidente francese Sarkozy e il ruolo preponderante di Al Jazeera: la compagnia televisiva qatariota, di proprietà dello stesso Al Thani, che proprio in Francia ha cominciato il suo ingresso nel calcio acquisendo i diritti di trasmissione della Champions League. Tutto torna.

“Sono completamente scioccato da queste parole”, ha detto alla Bbc Jim Boyce, uno dei vicepresidenti della Fifa. “Non so se Jerome (Valcke, ndr) stesse parlando a titolo personale o in veste ufficiale – ha continuato Boyce -Ma posso confermare che nessuna decisione è stata ancora presa e nessun annuncio doveva essere fatto prima della fine del 2014, o anche del marzo 2015”. Dopo aver annunciato che avrebbe deciso lo scorso ottobre, la Fifa ha infatti spiegato che avrebbe avviato un processo di consultazione con tutte le federazioni e un team di esperti prima di prendere una decisione ufficiale. Per questo si spiega anche la mezza marcia indietro della Fifa, che ha assicurato che Valcke parlava a titolo personale. Ma il segretario generale ha però confermato un’idea che avevano già espresso – a titolo personale – il padre padrone della Fifa Joseph Blatter in estate, e il boss della Uefa Michael Platini lo scorso autunno. E come diceva Agatha Christie: se due indizi sono una coincidenza, tre fanno una prova.

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