Si sono concluse questa mattina le operazioni di recupero del corpo senza vita dello speleologo G. G. appartenente allo Speleo Club Cai della Valle D’Aosta, scivolato ieri pomeriggio nel torrente sotterraneo all’interno della grotta Tacchi Zelbio. Lo rende noto il corpo nazionale del Sioccorso Alpino e speleologico. In corrispondenza del primo sifone, a circa 250 metri dall’ingesso, lo speleologo si era calato in una delle fenditure che collegano il ramo fossile della grotta con il ramo attivo ma è stato trascinato via dal fiume sotterraneo in piena a causa delle abbondanti precipitazioni di questi giorni.

La grotta è lunga circa nove chilometri ma solo il primo chilometro è normalmente percorribile dagli speleologi proprio a causa delle acque che la percorrono e che sfociano, attraverso percorsi ancora da scoprire, nel sottostante Lago di ComoLa complessa operazione di recupero ha coinvolto diverse strutture operative del Cnsas subito intervenute dopo che i compagni dello speleologo erano riusciti ad uscire per lanciare l’allarme attraverso il numero unico di richiesta di soccorso 118 verso le 16.00 di ieri.

Sono state coinvolte nelle operazioni di ricerca e recupero del corpo la XIX delegazione alpina lariana, speleosub addestrati nella gestione in sicurezza di interventi di recupero in grotte subacquee e tecnici di costruttori specializzati nell’allargamento artificiale delle strettoie che ostacolavano la progressione della speciale barella con il corpo dello speleologo nella grotta di Zelbio.

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