Un’agenzia regionale la cui esistenza non è più giustificabile. Perché non ha fatto nulla negli anni in cui è stata attiva (dal 2009 a oggi) e perché nel frattempo sono cambiate pure le leggi. E’ il caso dell’Abecol che si sarebbe dovuta occupare dei beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio e invece passerà alla storia solo “grazie” alla relazione della Corte dei Conti con la quale la magistratura contabile ha sostanzialmente definito la Regione fallita da dieci anni. “Nella galassia di enti ed agenzie, con funzioni spesso parallele o sovrapponibili a quelle delle direzioni regionali – scrive la Corte dei Conti – spicca il caso di Abecol (Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio), istituita dalla legge regionale n. 24 del 2009, in questi anni rimasta inattiva ed il cui mantenimento non risulta giustificabile per il sopravvenuto mutamento del quadro normativo”. Il riferimento è all’istituzione del 2011 dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che ha l’esclusiva sull’amministrazione dei beni confiscati sull’intero territorio nazionale. Situazione confermata anche da una sentenza della Consulta del 2012 che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale di una legge della Regione Calabria che l’anno precedente aveva istituito un’agenzia identica a quella del Lazio.

L’Abecol non è servita a nulla, va smantellata eppure in questi 4 anni ha avuto dirigenti e dipendenti. Il direttore è Luca Fegatelli, noto tra l’altro per essere rimasto coinvolto in un’inchiesta sullo smaltimento di rifiuti e per ricoprire 10 incarichi contemporaneamente: percepisce 155mila euro lordi all’anno, oltre i circa 45mila annui previsti quale retribuzione di risultato, ed è coadiuvato da 10 dipendenti al seguito. Impossibile però conoscere l’importo complessivo dei loro stipendi poiché l’agenzia non ha risposto ai quesiti del fattoquotidiano.it

Dalle relazioni dei magistrati si passerà presto (forse) al consiglio regionale. Il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Valentina Corrado, ha depositato una mozione per chiedere al presidente Nicola Zingaretti e all’assessore alla Sicurezza Concettina Ciminiello di predisporre la chiusura dell’Abecol. “Come sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale – spiega – l’agenzia regionale si sovrappone per funzioni all’Agenzia nazionale istituita nel 2011. La legge regionale gli attribuisce funzioni di amministrazione, vigilanza e custodia dei beni, muovendosi in direzione opposta agli obiettivi del legislatore nazionale di gestire in maniera unitaria e coordinata i beni confiscati. In base alle leggi vigenti quindi va chiusa al più presto, spero che la Giunta accolga con celerità la mia richiesta visto che ha intenzione di procedere, da quanto leggo sui giornali, alla riorganizzazione della governance regionale nell’ottica del taglio della spesa”.

A ben vedere, come sottolineato anche dalla Corte dei Conti, al momento non ci sono azioni degne di nota da parte dell’agenzia regionale. Il 16 dicembre scorso, dopo 4 anni dall’istituzione dell’Abecol, è stata inaugurata la prima struttura espropriata alla criminalità organizzata nel Lazio, riqualificata e ristrutturata grazie al contributo erogato dall’Abecol. Non sembra un risultato eccellente visto che il fine dell’agenzia è proprio quello di consentire il concreto riutilizzo dei beni confiscatiper iniziative di pubblica utilità – si legge sul sito dell’agenzia regionale – per “garantire pubblicità e trasparenza nelle assegnazioni, per sostenere gli enti locali, le associazioni e le cooperative sociali nella presentazione di progetti sostenibili e nella ricerca delle risorse finanziarie, al fine di assicurare il riutilizzo effettivo e lo sviluppo dei beni e delle aziende confiscate per iniziative di solidarietà sociale”.

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