Mettete fiori nei vostri forconi. Visto che il “politici tutti casa” non ha funzionato sono loro, i cosiddetti “Forconi”, ad andare a casa dei politici. E’ appena successo in Veneto e pare sia solo il primo assalto all’abitazione privata di un parlamentare, anche se più a favor di telecamera che di protesta. Che cosa è successo? Che un gruppo di aderenti al movimento “9 dicembre” ha deciso di prendere alla lettera l’invito del leader Danilo Calvani che dopo il flop della manifestazione a Roma del 18 dicembre scorso ha annunciato un cambio di strategia: stanare i politici a casa loro. E così alcuni forconcini veneti – vestiti da fanti della Prima guerra mondiale e muniti di fiori per caricare finti cannoni – hanno deciso di rovinare il giorno di Santo Stefano proprio all’ex governatore Giancarlo Galan che, ignaro di tutto, se ne stava sul retro a sistemare il pollaio. A rispondere per le rime agli insulti del gruppetto di attivisti, una ventina scarsa, la moglie di Galan affacciata alla finestra. E la prossima a essere ‘colpita’ dalla performance potrebbe essere la casa di Lonigo (Vicenza) del parlamentare e segretario provinciale del partito Pd Federico Ginato. Impossibile raggiungerlo al telefono, più per le vacanze natalizie che per l’improbabile fuga dalla strampalata protesta che pare avvicinarsi allo zerbino di casa. 

Come è andata a casa Galan? “Vergogna”, “ladri”, “corrotti”, le offese che di buon mattino hanno fatto spalancare la finestra del primo piano di Villa Rodella, al confine tra Lozzo e Cinto, nel Padovano. L’interessato non sente nulla ma lady Galan, al secolo Sandra Persegato, è molto arrabbiata. La bimba di sei anni che in casa con i coniugi si è spaventata e ha cominciato a piangere. “Non avete di meglio da fare? Andate a lavorare“, urla lady Galan. “Siamo disoccupati o licenziati. Vergognati tu!”, rispondono loro. La “guerra” dura una ventina di minuti, finché la pioggia inzuppa i soldati improvvisati che battono la ritirata dopo solo dopo essersi assicurati che una troupe della Rai riprendesse la scena, con le operazioni di puntamento e il fuoco.

Per ora “l’assalto” alle case dei politici è stata una festa ripresa dai giornali anche per penuria di notizie in periodo di vacanze. Ma, come è possibile evitare il ripetersi della goliardata con toni più accesi di quelli attuali. “Questi politici se ne devono andare a casa o noi andremo a casa loro”, ripete da tempo Calvani. Stesso concetto, dalla Sicilia, lo ripete Martino Morselli, presidente del movimento siciliano che sta organizzando una manifestazione a Palermo per il prossimo due gennaio. “Anche voi andrete sotto casa di qualche politico”, chiediamo a Moselli. “Non lo so, stiamo cercando di capire chi ci sta lì, vediamo”. Anche perché fatalmente il due gennaio i politici da cacciare  saranno già scappati di casa. Per le vacanze. 

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