Libertà religiosa in tutto il mondo e condanna delle discriminazioni che subiscono i cristiani a causa della loro fede. Lo ha affermato Papa Francesco nell’Angelus di Santo Stefano con lo sguardo rivolto a quei “Paesi e ambienti che sulla carta tutelano la libertà e i diritti umani, ma dove di fatto i credenti, e specialmente i cristiani, incontrano limitazioni e discriminazioni“. Per il cristiano – ha affermato Bergoglio – questo non fa meraviglia, perché Gesù lo ha preannunciato come occasione propizia per rendere testimonianza. Tuttavia, sul piano civile, l’ingiustizia va denunciata ed eliminata”. Perciò, ha proseguito il Papa, “oggi preghiamo in modo particolare per i cristiani che subiscono discriminazioni a causa della testimonianza resa a Cristo e al Vangelo. Siamo vicini a questi fratelli e sorelle che, come Santo Stefano, vengono accusati ingiustamente e fatti oggetto di violenze di vario tipo. Sono sicuro – ha aggiunto Bergoglio – che purtroppo sono più numerosi oggi che nei primi tempi della Chiesa. Ce ne sono tanti! Questo accade specialmente là dove la libertà religiosa non è ancora garantita o non è pienamente realizzata”.

Un appello, quello di Papa Francesco, che Bergoglio ha anche twittato sul suo account @Pontifex: “Davanti al presepe, preghiamo in modo speciale per quanti soffrono persecuzione a motivo della fede”. Per Natale, nel primo messaggio Urbi et Orbi natalizio, Francesco aveva sottolineato il dramma “dei migranti in cerca di una vita dignitosa” che chiedono per loro “accoglienza e aiuto”. “Tragedie come quelle a cui abbiamo assistito quest’anno con i numerosi morti a Lampedusa – aveva detto il Papa – non accadano mai più!”. E nella Messa della notte di Natale Bergoglio aveva spiegato che “i pastori sono stati i primi a ricevere l’annuncio della nascita di Gesù proprio perché erano tra gli ultimi, erano gli emarginati“.

Un messaggio, quello che Francesco ha voluto rivolgere al mondo nel suo primo Natale a Roma, incentrato interamente sulla pace che, come egli ha affermato, “non è un equilibrio tra forze contrarie. Non è una bella ‘facciata’, dietro alla quale ci sono contrasti e divisioni. La pace è artigianale, è un impegno di tutti i giorni”. Lo sguardo del Papa si è rivolto ancora una volta ai conflitti che persistono in diverse parti del mondo: dalla Siria alla Repubblica Centroafricana, dal Sud Sudan alla Nigeria, dall’Iraq al Corno d’Africa e alla Repubblica Democratica del Congo. Con una preghiera speciale “perché giungano a felice esito i negoziati di pace tra Israeliani e Palestinesi” nella Terra Santa dove Papa Francesco compirà il suo secondo viaggio internazionale nel maggio del 2014.

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