Continuano, in Italia, i crimini contro i migranti.

Tanto per citare alcuni degli ultimi episodi. E’ oramai accertato, grazie ad inchieste condotte dal L’Espresso, che i richiedenti asilo di Lampedusa vennero lasciati morire, ignorando le loro ripetute richieste di aiuto via radio. I sopravvissuti a quell’ennesima strage vengono trattati, come rivelato dal video shock diffuso qualche giorno fa, come animali e senza il minimo rispetto per la loro dignità. Spogliati e costretti a forza a subire interventi di disinfestazione.

In questo caso, come in altri, presidente del Consiglio e ministro degli interni si affrettano a condannare e ad annunciare che i responsabili saranno individuati e puniti. Ma vi è motivo di ritenere che si tratti dell’ennesima inaccettabile ipocrisia. Tutt’al più verrà trovato qualche capro espiatorio nella persona di qualche oscuro funzionario di bassa forza, sul quale verrà fatta ricadere la responsabilità dell’accaduto.

Ma il problema è di fondo. Se infatti c’è qualcosa che va urgentemente disinfestata sono  le istituzioni italiane dalla cultura razzista di cui sono imbevute, che ha trovato alimento negli anni più bui del berlusconismo, quando ai vertici del Ministero degli Interni c’era un tale Maroni e sindaci e consiglieri leghisti auspicavano cannonate contro i barconi dei migranti e amenità del genere. Ma si è perpetuata in modo bipartisan fino ad oggi, contagiando praticamente tutti gli schieramenti politici.

Manifestazioni di questo razzismo istituzionale sono varie. Fra di esse possiamo ricordare i famigerati campi di internamento per migranti, il reato di immigrazione clandestina, ma anche l’affidamento alle forze dell’ordine dei compiti relativi alla gestione dei permessi di soggiorno, che le distolgono da compiti ben più importanti e gratificanti, come il contrasto della criminalità.

Il background culturale dei crimini compiuti contro i migranti, lasciati affogare o umiliati nella loro dignità di esseri umani, è l’ideologia secondo la quale si tratterebbe di intrusi e di invasori. Nulla di più sbagliato, anche da un punto di vista meramente economico ed utilitaristico, se pensiamo al contributo di crescente importanza che i migranti danno alla nostra economia, ai servizi per le persone e alla demografia.

L’attuale crisi economica ha ulteriormente esasperato la situazione. Ancora una volta la discriminazione e l’aggressione contro i diversi fungono da valvola di sfogo per le persone frustrate dai problemi sociali. Il 57% degli  atti discriminatori costituenti reato segnalati all’ Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (OSCAD) è determinato da motivazioni di tipo razzistico. 

L’ipocrita ideologia del razzismo istituzionale vuole in realtà mantenere i migranti in condizione di subalternità, impedendo loro di accedere ai benefici della cittadinanza. In tal modo possono essere sfruttati meglio e ciò si traduce in un indebolimento anche dei lavoratori indigeni. Per questo in questo Paese non si riesce a varare una riforma della legge sulla cittadinanza che sia finalmente al passo con i tempi e le situazioni reali e non viene applicato il quarto comma dell’art. 10 della Costituzione che prevede una legge sull’asilo. Peraltro la repressione dei migranti si è rivelata anche una cospicua fonte di tangenti ai danni anche dei contribuenti. Come rivelato da Gad Lerner e dal Sole 24 ore, dietro gli accordi antimigranti stipulati a suo tempo con Gheddafi da Maroni in qualità di ministro degli Interni si nascondevano finanziamenti illeciti alla Lega Nord. E’ del resto noto come l’apparato poliziesco costruito per rendere la vita impossibile ai migranti costituisca una mangiatoia cui attingono molti enti e cricche varie. Si è creato così, in tutta Europa, un vero e proprio business della xenofobia, su cui ha indagato Claire Rodier.

La presenza di un ministro dedicato al problema non sembra aver migliorato granché la situazione. L’odio nei confronti dei migranti costituisce una riserva di voti cui attingono un po’ tutti i partiti. Ecco come si spiegano sia l’avversione del Pdl e dei diversamente berlusconiani di Alfano nei confronti di nuove misure legislative che consentano finalmente il rispetto dei diritti dei migranti, sia le tristi recriminazioni di Grillo nei confronti del gruppo parlamentare Cinque Stelle, reo di aver approvato una sacrosanta abrogazione del reato di clandestinità.

In ultima analisi responsabili dell’indegno trattamento dei migranti e dei veri e propri crimini contro l’umanità che continuano a verificarsi in questo ambito sono i politici indegni pronti a speculare sui peggiori sentimenti delle parti intellettualmente più demunite della popolazione italiana. Come notato acutamente da Annamaria Rivera, la denominazione di lager per i luoghi dove sono detenuti i migranti è oramai entrata nel linguaggio comune a partire dalla grande stampa. Siamo quindi tutti consapevoli di trovarci di fronte a una violazione massiccia dei diritti umani di fronte alla quale è lecito ribellarsi e disubbidire, sia da parte di coloro che ne sono le vittime dirette che di noi tenuti a solidarizzare con loro. Altrimenti non avremo scusanti di fronte al tribunale della storia, come non ne ebbero i tedeschi complici del nazismo e dell’Olocausto.

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