Tanto tempo fa in una terra lontana viveva un signore di nome George Washington. Egli aveva un sogno, creare una nazione. Dopo una guerra cruenta per liberare il suo popolo dalla tirannia di un re cattivo si ritrovò con una coalizione di colonie che ora chiameremo nazioni americane. Il signor Washington, nel frattempo eletto presidente di questa nuova “nazione” aveva un problema. Non era tanto il sangue dei patrioti che ancora innaffiava l’albero della libertà. Il suo maggior problema era che questa nuova nazione mancava di un’identità culturale. Così, una bella mattina, dopo una grattatina alla testa e la sua colazione all’americana (non bacon & Eggs per quelle dovremmo aspettare un altro Pr di nome Bernays) gli venne in mente di creare la storia della sua nuova nazione.

Ma da dove partire? Gli indiani (quelli che prima abitavano la zona) non erano adatti a offrire la loro storia. Difficilmente ad un olandese, un inglese (pardon ora diremmo americani) si poteva raccontare la storia del grande bufalo delle praterie. Cosi chiamò il signor Irving. Lui sapeva scrivere, era esperto di storie e tradizioni, la persona ideale per creare delle belle storie, qualcosa che potesse unificare un po’ la popolazione. Irving razzolò un po di storie in tutta Europa dalla tradizione e dalla cultura popolare, in modo che fossero un bel miscuglio di leggende familiari un pò a tutti (un antesignano della creatrice di Harry Potter in quanto a creatore e aggregatore di storie). Dalle sue opere nacque la leggenda di Sleepy Hollow (che in seguito creò la festa di Halloween). Un’altra leggenda curiosa, presa in prestito dal nord Europa, era quella di Santa Claus che durante la notte di natale appariva nelle case. Un storia curiosa che oscillava tra il tetro e il simpatico.

Passò il tempo e i bravi americani si dilettarono in un’altra guerra civile che devastò profondamente il tessuto sociale della nazione (fortuna che la guerra era “civile”!). Ad un certo punto, qualche tempo dopo, un ingegnoso americano decise di creare una bevanda. Il miscuglio di elementi sembrava adatto per la digestione e nel tempo prese piede. Tuttavia restava un problema, come venderla. Fortunatamente qualcuno scovò, tra le storie di Irving la curiosa storia di questo signore natalizio. Lo semplificò, gli fece vestire un abbigliamento bianco e rosso ( casualmente i colori del marchio di quella bevanda) e zac. Ecco creato babbo natale.

Un mix di leggende nordiche europee assortite che giocondo e rubicondo ancora oggi si presta gentilmente durante le feste di Natale, a promuovere su ogni media disponibile questa bevanda. In vero anche l’esercito americano, nella sua missione di liberare il mondo durante la Seconda Guerra Mondiale, si adoperò, indirettamente, nel promuovere questa bevanda, ma questa è un’altra storia.

Per riassumere quindi una nazione con un’identità culturale di meno di 300 anni ha “adottato” un essere fantastico a sua volta preso in prestito da leggende nord europee per, tra le altre cose, spacciare bevande dissetanti. Ora ho un dubbio amletico. L’Italia, ha circa 2000 anni di storie, tradizioni, identità culturali che partendo da Romolo e Remo (per star tranquilli) potrebbero essere un perfetto strumento di comunicazione. A questo punto se un folletto di leggende nordiche, opportunamente trasformato, può spacciare bevande gassate, perché Nerone (va bene facciamo Giulio Cesare, uno senza la passione per il fuoco) non può spacciare panettoni?  

Siamo tanto bravi a fare comunicazione che Leonardo da Vinci ci è stato rubato da un emittente televisiva straniera che ne ha fatto un telefilm intrigante. Roma è il titolo di una serie molto cruda e ben realizzata dalla Hbo, i Borgia e Spartaco allo stesso modo son divenuto famosi nel mondo grazie alle compagnie cinematografiche straniere. Passi che noi italiani siamo abituati (purtroppo) alla fuga di cervelli (in vita e contenuti in scatole craniche opportunamente collegate ad un corpo) ma ora dobbiamo anche farci rubare i personaggi famosi del passato? Questa è una storia di Natale alternativa ma sarebbe bello trovare sotto l’albero un piano di comunicazione nazionale che integri la comunicazione di prodotti o servizi made in Italy con i nostri eroi che han fatto grande l’Italia. Dopo tutto sognare non costa molto e siamo sotto natale.

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