Era andata in Spagna per cercare lavoro come architetto. Oggi fa la wedding planner per coppie omosessuali che vogliono sposarsi a Barcellona, dove la legge riconosce le loro unioni. Olga Mascolo, 36 anni, di Imola (provincia di Bologna), dopo la laurea in architettura e alcune esperienze in Italia e all’estero, era al punto di partenza: una laurea in tasca e pochi sbocchi. “In Italia – racconta a ilfattoquotidiano.it – mi sono scontrata con un mondo del lavoro dove conta di più la conoscenza del responsabile allo sportello comunale che il tuo profilo professionale”.

Così ha deciso di trasferirsi per un po’ in Spagna, per cercare lavoro negli studi d’architettura e specializzarsi sul paesaggio. Complice la crisi, però, Olga ha cambiato strada: non progetta più palazzi, ma nozze gay. “E’ l’esperienza più bella ed umanamente appagante che io abbia mai fatto. Ho conosciuto coppie incredibili, coscienti del momento storico che stanno vivendo e che stanno contribuendo a creare. La Spagna – spiega – con Zapatero nel 2005 non solo ha approvato i matrimoni omosessuali ma ha riconosciuto a tutte le coppie uguali diritti sul tema della famiglia. Ed è per questo che la Spagna è una meta tanto gettonata”.

Tutto è iniziato quando Olga, nel 2010, ha conosciuto una coppia di spose a Barcellona. Da quel momento ha assistito alcune coppie omosessuali nell’organizzazione logistica delle nozze in Spagna. “L’idea di Sposaci Barcellona è nata poco a poco, grazie all’aiuto delle coppie che ho aiutato. Sono loro che mi hanno suggerito di farlo diventare un vero e proprio lavoro”, racconta. Olga, con il suo servizio, aiuta anche gli etero. “Ma se per loro la scelta di sposarsi in Spagna ha solo una valenza esotica, per quelle omosessuali è una scelta obbligata”, precisa.

Secondo Olga,“oltre che ai cosiddetti ‘cervelli’ in Italia dobbiamo farei i conti con un’altra fuga, quelle delle numerose famiglie non tutelate, molte delle quali hanno già dei figli: un vero tabù in Italia”. Ma la Spagna non è l’unica meta. “Molte scelgono Austria, Svizzera, Francia, Portogallo, Inghilterra, Norvegia, Svezia, Finlandia – dice Olga – solo per citare l’Europa. Ci sono anche Argentina, Brasile, Colombia, Equador, Uruguay, Canada, Stati Uniti, Australia”. Olga lavora bene, la concorrenza non è spietata. “Nessun organizzatore di matrimoni spagnolo – dice – ha pensato di farsi pubblicità in Italia”. Olga rimpiange di non poter tornare nel suo Paese, a cui si sente più che mai vicina perché sa “di contribuire alla maturazione del dibatto in Italia sul tema della famiglie omogenitoriali”.

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