Italia, 2013. Immaginiamo una cosa orribile: si viene a sapere che in un ospedale pubblico italiano, si somministra una terapia che non ha basi scientifiche, che non ha una sola prova di efficacia alle spalle, creata da un privato che poi ne ha venduto per centinaia di migliaia di euro i diritti ad una multinazionale farmaceutica che dichiara di volerne fare un business. Le cose diventano peggiori: un’indagine dei NAS scopre che nelle provette usate per le terapie c’è pochissimo principio attivo, anzi, c’è sangue, antibiotici, detriti, nel protocollo mancano persino le indicazioni sulle analisi per controllare l’eventuale presenza di malattie infettive (epatite, AIDS) nei donatori.

I pazienti, ignari dell’esatto contenuto della terapia fanno la fila perché convinti sia tutto a posto e quella terapia funzioni, d’altronde si svolge tutto in una struttura pubblica e quindi che problemi dovrebbero esserci? Ma le autorità sono lì per proteggerci: scoperto lo scandalo e le irregolarità, prima i NAS e l’AIFA, poi un’inchiesta della magistratura, bloccano tutto, quelle presunte terapie non possono proseguire, sono inutili e potenzialmente pericolose e poi, parliamoci chiaro, qui stiamo discutendo non di una terapia con prove scientifiche scarse o discutibili, qui parliamo di una “cura mediatica”, nata in uno spettacolo televisivo, campata in aria. I cittadini italiani saranno contenti, meglio tardi che mai, i malati sono al sicuro ed eviteranno pericoli e fregature.

Iniziano delle manifestazioni di piazza, gente che urla e blocca le città, addirittura gesti dimostrativi eclatanti, declassanti per l’individuo, come una crocifissione simulata ed un dissanguamento (simulato anch’esso). Qualcuno penserà, questi manifestano per assicurare alla giustizia il privato che ha iniziato quelle pseudocure o la trasmissione televisiva che ha fatto pubblicità ingannevole. Oppure le proteste servono a scoprire il nome di quel funzionario pubblico che ha dato il permesso affinché tutto questo avvenisse all’interno di un ospedale statale. No, quelle persone manifestano perché vogliono la cura, in ogni caso, ad ogni costo, nonostante questo e nonostante tutto.

Qualcuno sussurra che in Tv hanno mostrato dei video con alcuni piccoli miglioramenti nei bambini sottoposti alla strana cura, possibile? Potrebbe, però quando si chiede ai medici che li hanno visitati di certificare quei miglioramenti in una rivista scientifica, gli stessi si tirano indietro, dicendo che non hanno dati…ma se non hanno i dati, come fanno ad essere sicuri dei miglioramenti? Non importa, la cura funziona, sempre in TV hanno fatto vedere delle cartelle cliniche dell’ospedale di Brescia nelle quali i miglioramenti di quei bambini sono certificati! Poi si scopre che quelle mostrate in TV non sono cartelle cliniche ma semplici “lettere di dimissione”, ovvero riassunti parziali e non esaustivi di situazioni complicate e difficili da inquadrare e che gli stessi documenti che dovrebbero certificare i miglioramenti concludono con un lapidario “situazione clinica stazionaria” che è ben differente da “miglioramento”. Le cartelle di Brescia invece, quelle vere, parlano chiaro: non c’è nessun miglioramento in nessuno dei pazienti ed emerge persino un decesso sospetto, i giornali citano una mail della biologa di Stamina che afferma con imbarazzante leggerezza di non avere nemmeno idea di cosa si inietti ai pazienti.

C’è qualcosa che non va. Ma in genere, il cittadino sveglio e ribelle, quello che ce l’ha con i “poteri forti” e con “Big Pharma”, non scova i trucchi e gli imbrogli dei potenti? Come mai ora abbocca così alla pubblicità televisiva? Eppure medici e scienziati di fama mondiale avevano avvertito, avevano spiegato che si trattava di una grande illusione, si era mosso persino un premio Nobel, eppure nonostante il “guru” delle staminali parlasse di guarigioni, dopo anni di applicazioni non è stato capace di mostrare una sola persona da lui guarita. Una pseudocura inefficace, mai provata, pericolosa riesce ad entrare all’interno del servizio pubblico e stiamo lì tutti a guardare? Il servizio televisivo pubblico dovrebbe chiudere le porte a chi illude i malati, dovrebbe svelare i giochi politici e di denaro, non dare corda alle superstizioni sulla pelle dei malati usandoli come argomento da talk show. Un’altra cosa c’è da capire: com’è possibile che in una struttura pubblica qualcuno abbia permesso la somministrazione di false terapie senza alcuna base scientifica, di proprietà di un privato?

Ma andiamo in piazza, manifestiamo, facciamoci togliere il sangue, facciamoci crocifiggere ma per proteggere i pazienti, i bambini, i disperati, quelli sono i nostri malati, i nostri figli. Chiediamo conto e ragione di questo delitto a quelle trasmissioni che divulgano spazzatura a quei medici che propongono sciocchezze spacciandole per speranze (e recitando il ruolo degli eroi incompresi dagli occhi tristi ma con il gel a favore di telecamera) ai “vip” che diffondono incautamente false terapie. Prima Vannoni era un eroe nazionale, oggi diventa il diavolo in persona, parliamone ma ormai il danno è fatto. Un attimo però, prima lo stacchetto, la manifestazione andrà in onda subito dopo la pubblicità con in esclusiva due genitori in lacrime ed un bambino in fin di vita, lo spettacolo è assicurato. Perché in un senso o nell’altro, c’è poco da fare: siamo clienti, non cittadini. È questo il lato più triste della vicenda sul quale dovremmo riflettere.

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