Il Vaticano si affida a McKinsey per riorganizzare i media della Santa Sede. La Pontificia Commissione referente sull’economia vaticana istituita da Papa Francesco, “a seguito di procedura formale di gara e selezione”, come riporta un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, ha “affidato a McKinsey & Company l’incarico di fornire una consulenza che contribuisca allo sviluppo – in stretta collaborazione con i responsabili degli uffici interessati – di un piano integrato per rendere l’organizzazione dei mezzi di comunicazione della Santa Sede maggiormente funzionale, efficace e moderna. Il progetto di consulenza – si legge ancora nella nota vaticana – avrà lo scopo di fornire alla commissione gli elementi utili per le opportune raccomandazioni in merito al Papa”.

Ma chi è la McKinsey? “I nostri clienti – si legge sul suo sito – si rivolgono a noi quando devono fare scelte strategiche, operative e organizzative cruciali per la loro crescita aziendale; quando si sentono sotto pressione rispetto ai risultati che devono produrre; quando si prospettano tempi incerti; quando hanno difficoltà nel reperire informazioni e necessitano di un’esperienza specifica; quando devono prendere decisioni che hanno un impatto rilevante sull’organizzazione, sulle geografie e sulle persone che gestiscono; quando vogliono qualcuno che dia loro una prospettiva globale”.

“Contemporaneamente – si legge sempre nel comunicato vaticano – in collaborazione con la Pontificia Commissione referente di studio e di indirizzo per gli affari economici ed amministrativi della Santa Sede, si sta procedendo a quanto necessario per allineare le procedure contabili di tutti gli enti della Santa Sede con gli standard internazionali. L’incarico di collaborare a questo progetto è stato affidato, a seguito di una procedura di gara e selezione, al network internazionale KPMG”. Un’agenzia che, come si legge sul suo sito, è attiva in 156 Paesi del mondo con oltre 152mila professionisti ed è “leader a livello globale nei servizi professionali alle imprese: revisione e organizzazione contabile, consulenza manageriale e servizi fiscali, legali e amministrativi”. Non è la prima volta che Commissione referente sull’economia vaticana si affida a una società esterna. Poco più di un mese fa, infatti, il Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, in accordo con la Commissione, ha affidato a Ernst & Young il “lavoro di verifica e consulenza sulle attività economiche e sui processi di gestione amministrativa dell’Ente”. “La documentazione contenente l’esito della consulenza – si leggeva in un comunicato vaticano – sarà a disposizione della Commissione e servirà per proporre eventuali raccomandazioni atte a migliorare l’efficienza e l’efficacia dei processi economici e amministrativi del Governatorato”. 

Una decisione che destò non poche perplessità all’interno dei sacri palazzi poiché nella Commissione sull’economia vaticana fa parte la giovane pr calabrese Francesca Immacolata Chaouqui, che ha lavorato a lungo proprio con Ernst & Young, finita nell’occhio del ciclone per alcuni suoi tweet contro il cardinale Tarcisio Bertone e l’ex ministro Giulio Tremonti (poi smentiti). Anche nelle scelte odierne della McKinsey e del network internazionale KPMG si sente, secondo gli osservatori vaticani, la paternità della Chaouqui. E non pochi in Vaticano commentano queste decisioni rileggendo un passaggio del libro intervista “Luce del mondo” di Benedetto XVI e del suo biografo Peter Seewald: “Non siamo un centro di produzione, non siamo un’impresa finalizzata al profitto, siamo Chiesa. Siamo una comunità di persone che vive nella fede. Il nostro compito non è creare un prodotto o avere successo nelle vendite. Il nostro compito è vivere esemplarmente la fede, annunciarla; e mantenere in un profondo rapporto con Cristo e così con Dio stesso non un gruppo d’interesse, ma una comunità di uomini liberi che gratuitamente dà, e che attraversa nazioni e culture, il tempo e lo spazio”.

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