Gianni Cuperlo ha accettato di ricoprire la carica di presidente del Partito Democratico, dicendo sì alla proposta avanzatagli dal neosegretario Matteo Renzi. E’ questo il risultato di una serie di incontri avvenuti ieri alla Camera, prima con Bersani poi Civati. Si è poi riaperta la discussione interna alla componente cuperliana: è stato il pressing dei giovani turchi ad avere la meglio. Come confermato dalla telefonata di ieri sera tra l’ex Ds e il sindaco di Firenze. “Sembra si sia convinto, ma che fatica…”, dicono dal fronte renziano. La perplessità maggiore di Cuperlo avrebbe riguardato il ruolo ‘istituzionale’ di presidente dell’assemblea (che, inoltre, presiede anche le riunioni della firezione del Pd): un ruolo che potrebbe limitare la libertà da leader della minoranza. Un punto, questo dell’agibilità politica, che sarebbe stato affrontato con Renzi nei contatti avuti in queste ore.

“E’ ovvio che il presidente dell’assemblea è un ruolo di garanzia, ma c’è un significato politico nell’offrire alla minoranza quel ruolo e nessuno – sostengono i renziani – gli impedirà di dire la sua…”. Soddisfatti i colleghi di partito: “Bravo Gianni ad accettare la presidenza. Ora lavoriamo tutti insieme per un nuovo Pd”, dice Gianni Pittella. Per Alfredo D’Attorre, esponente bersaniano della mozione Cuperlo, “è una scelta che nella maniera più corretta e limpida indica la volontà di collaborare con il nuovo segretario nella distinzione dei ruoli, delle idee e delle posizioni politiche”.

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