Dopo anni di discussioni, tentennamenti e ripensamenti, oggi, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha varato la nuova disciplina sul diritto d’autore online.

L’Italia è diventato così il primo Paese in Europa nel quale un’Autorità amministrativa potrà ordinare la rimozione di qualsiasi contenuto presente nello spazio pubblico telematico, all’esito di un procedimento sommario nel quale tempi e spazi di difesa sono ridotti al di sotto del minimo consentito e, soprattutto, l’intervento dell’Autorità Giudiziaria ordinaria è solo successivo ed eventuale.

Nelle prossime ore plausi e critiche al coraggio ed alla determinazione – forse persino ostinazione – con la quale l’Autorità ha deciso di varare le nuove norme si confonderanno in un rumoroso brusio telematico.

Il tempo del confronto e delle polemiche, però, ormai è finito.

Urlare nel vuoto pro o contro la nuova disciplina appena varata dall’Agcom, non serve e rischia di costituire solo una goffa rappresentazione di tifoseria e machismo intellettuale.

E’, invece, urgente ripristinare la legalità chiedendo ai giudici amministrativi e, se servisse, a quelli costituzionali, a quelli della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e, da ultimo, a quelli della Corte Europea dei diritti dell’uomo di valutare se in una società democratica europea quello che è accaduto e quello che accadrà all’indomani dell’entrata in vigore della nuova disciplina, targata Agcom, sul diritto d’autore, è legittimo e democraticamente sostenibile.

Nessun intento polemico e nessuna pretesa di imporre la propria convinzione – politica o giuridica che sia – su quella altrui ma solo l’esigenza ed anzi l’urgenza che, finalmente, un giudice si occupi della questione e risponda a pochi quesiti semplici ma imprescindibili: l’Authority poteva davvero varare una quasi-legge destinata a disciplinare l’intera materia dell’enforcement dei diritti d’autore online in assenza di una precisa disposizione di legge che le attribuisse tale potere? E’ legittimo che sia un’Autorità amministrativa, all’esito di un procedimento sommario ad ordinare la cancellazione dallo spazio pubblico telematico di un contenuto digitale anche quando si tratti di un articolo di giornale, della foto di un fatto di cronaca di straordinario rilievo pubblico, di una video inchiesta o di uno spezzone di una trasmissione televisiva destinata a diventare un pezzo di storia del Paese? E’ legittimo che un ordine di rimozione di un contenuto emesso da un’Autorità amministrativa nell’ambito di un procedimento sommario possa essere revocato solo all’esito di un lungo e costoso giudizio davanti al giudice amministrativo e che quindi un provvedimento cautelare produca, nella sostanza, effetti quasi definitivi?

Il ripristino della legalità della quale oggi si avverte più forte che mai l’urgenza passa per le risposte che un giudice nazionale, organo costituzionale, democraticamente irrinunciabile dovrà dare circa la legittimità dell’operato dell’Agcom che è un’Amministrazione dello Stato per quanto vestita della nobile paratia di Autorità amministrativa indipendente e poi per quelle che, con ogni probabilità, dovranno dare i giudici europei e quelli internazionali circa la compatibilità della nuova disciplina italiana sul diritto d’autore online rispetto alle regole europee e, soprattutto, al sistema dei diritti fondamentali dell’uomo.

Sino ad allora nessuno potrà dirsi certo che il nostro Paese abbia fatto un passo avanti verso la tutela dei diritti degli autori e non invece un passo indietro verso la negazione di altri ed egualmente importanti diritti e libertà di ciascuno di noi.

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