Un pacemaker wireless è stato impiantato con un intervento mini-invasivo senza chirurgia questa mattina al Maria Cecilia Hospital di Cotignola in provincia di Ravenna, struttura che fa capo alla holding Gvm Care & Research, e tra i 14 centri che sperimentano la nuova tecnica a livello internazionale. L’intervento, sottolinea Gvm Care & Research in una nota, è il primo in Italia e fra i primi al mondo. Il nuovo dispositivo è uno stimolatore del battito cardiaco senza fili, di dimensioni estremamente ridotte (lungo 4 centimetri, del peso di 2 grammi), che viene introdotto utilizzando una tecnica diversa da quella adottata per impiantare i pacemaker convenzionali: non più esternamente al cuore collegato a cateteri, bensì iniettato nella circolazione sanguigna usando particolari sonde, e fissato direttamente nella camera cardiaca.

L’operazione è stata eseguita da Carlo Cappone e Gabriele Vicedomini nel Dipartimento di aritmologia del Maria Cecilia Hospital, su una donna di 67 anni affetta da un rallentamento grave della frequenza cardiaca e fibrillazione atriale. La procedura è stata eseguita con una semplice anestesia locale ed è durata circa 30 minuti (la metà rispetto all’intervento di posizionamento tradizionale), e si è svolta senza alcuna complicazione. La modalità di impianto non chirurgica e l’assenza di componenti aggiuntive al pacemaker riducono il rischio di infezioni e di malfunzionamenti del dispositivo, sottolinea la nota. Inoltre, la durata della batteria è superiore a quella di molti dispositivi convenzionali. “Questo nuovo stimolatore rappresenta il primo importante passo per lo sviluppo di sistemi nanotecnologici per il trattamento dei disturbi del cuore – afferma Pappone – Ci si attende che nel futuro tali dispositivi e tale tecnica di impianto rappresentino la base per il miglioramento della qualità e della durata della vita”.

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