Nel dicembre 2012 il governo Monti tentò di porre un limite alle spese della politica regionale. Incredibilmente, alcune regioni ne approfittarono per aumentare gli emolumenti totali dei loro consiglieri. Con un trucco semplice ed efficace, ma molto ben nascosto.
di , 6.12.13, lavoce.info

Come ti faccio il trucco in Piemonte…

A posteriori, il trucco è di una semplicità disarmante: si riduce l’emolumento totale, in modo che non superi gli 11.100 euro. Ma si riduce di molto l’indennità, che è tassabile, e si aumenta la diaria, che è un rimborso a forfait, quindi di fatto un reddito non tassabile. Al netto delle tasse, ora un consigliere guadagna di più.

La prima tabella illustra quello che è successo in Piemonte (i dettagli dei calcoli si possono trovare sul mio sito web). La colonna 1 mostra le componenti del reddito di un consigliere senza altri incarichi e abitante nel capoluogo, prima della riforma Monti: 9948 di indennità lorda e 2402 di rimborsi a forfait. Il totale, 12350 euro, eccedeva il nuovo limite. Con una legge di fine 2012, il Consiglio regionale ha quindi ridotto l’ indennità a 6.600 euro, ma ha aumentato il rimborso forfetario a 4.500. Il totale è ora esattamente di 11.100 euro. Ma poiché le tasse totali sono diminuite, al netto delle tasse un consigliere ora guadagna più di prima. Quanto esattamente dipende da quante sedute perde il consigliere, perché prima c’era un gettone  per ogni presenza e  ora c’è una penalizzazione per ogni assenza: la tabella mostra il reddito netto se si è presenti a tutte le sedute, in media 7 al mese, o si perdono 4 sedute (la media per i consiglieri regionali piemontesi nel 2011).

Piemonte-consiglieri

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Si noti che per ora non cambia neanche la pensione, perché l’ abolizione del vitalizio scatterà dalla prossima legislatura, a partire dal 2015 (colonna 3). C’è solo una piccola riduzione dell’indennità di fine mandato, una specie di TFR dei consiglieri. I consiglieri eletti dal 2015 in poi avranno diritto a una pensione con interamente il contributivo. Assumendo un contributo del consigliere dell’ 8.8 per cento e della Regione del 18.2 per cento, come alla Camera, e una rivalutazione del montante del 2 per cento all’anno, la pensione diminuirà drasticamente (nella tabella ipotizzo che il consigliere vada in pensione a 65 anni). Il  reddito netto percepito dal consigliere aumenterà però ulteriormente, perché si riduce la trattenuta per il vitalizio (ora pensione).

… e in Veneto

Una cosa simile, e per certi aspetti ancora più interessante, è avvenuta in Veneto (Tabella 2).  Qui una legge regionale del gennaio 2012 aveva abolito un rimborso forfetario di quasi 2000 euro (colonna 2). Il reddito lordo di un consigliere nel 2012 era quindi di 10.309 euro. Nel dicembre 2012 il Consiglio regionale decide quindi di aumentare la retribuzione lorda e di portarla al tetto massimo consentito dalla riforma Monti, 11.100 euro (colonna 3). Non solo, ma allo stesso tempo, come in Piemonte, riduce l’ indennità e aumenta la diaria: 6.600 e 4.500 euro rispettivamente. Non pago, il Consiglio regionale riduce anche la penalità per le assenze: prima era di 1/15 della diaria, cioè 173 euro per assenza. Poiché però ora la diaria è aumentata, mantenendo la stessa regola la penalità sarebbe quasi raddoppiata, a 300 euro. Così il consiglio stabilisce che la penalità per le assenze venga ridotta a 40 euro.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Risultato: non solo il reddito netto è aumentato nel 2013 rispetto al 2012 (confronta la colonna 3 con la colonna 2), ma è aumentato anche rispetto al 2011 quando c’era ancora il rimborso spese a forfait di quasi 2000 euro e il reddito lordo totale era di 12.111 euro (confronta la colonna 3 con la colonna 1).L’ aumento rispetto al 2011 c’è solo però nel caso ci si assenti  3 volte, proprio grazie alla riduzione della penalità per l’assenza. Ed anche in questo caso, fino alla prossima legislatura vitalizi e indennità di fine mandato non cambiano.

Non escludo che vi siano altre regioni in cui è avvenuto ciò che è avvenuto in Piemonte e Veneto. In alcune le informazioni online sono lacunose.  In altre la remunerazione netta dei consiglieri è sicuramente scesa ma questo non significa necessariamente che queste regioni siano più virtuose di Piemonte  e Veneto. In Campania, Lazio, Lombardia e Sardegna, per esempio, ma il  motivo non è necessariamente nobile: queste regioni erano cosi generose  prima (cioè, il reddito lorda era così superiore a 11.100 euro) che, anche se avessero voluto, non avrebbero avuto margini per aggirare le nuove norme.

 

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