La prima mossa di Matteo Renzi da segretario del Pd è una sfida al Movimento Cinque Stelle. A meno di 12 ore dalla prima segreteria (convocata per le 7,30 di mercoledì 11) il sindaco di Firenze apre la partita sui costi della politica: “Grillo – dice a Ballarò – ha 160 deputati, se votano la proposta del Pd sul Senato si fa. Questo senso di urgenza Grillo non lo butti via, provi a cambiare le cose senza pensare che basta un post”. La proposta sul Senato che il sindaco di Firenze ripete da mesi è il taglio dei seggi e la trasformazione della “Camera alta” in Senato delle regioni. Ma non è l’unico attacco ai Cinque Stelle. Perché quando si parla della protesta dei Forconi e di quanto chiesto da Beppe Grillo alle forze dell’ordine dopo il loro atteggiamento verso i forconi è “demagogico e strumentale” da parte di chi “due anni fa invitava i militanti no Tav a picchiare i poliziotti”. “E’ imbarazzante – rincara poi parlando ai parlamentari del Pd – quello che sta accadendo in queste ore. Grillo due anni fa derideva i poliziotti, ora li blandisce. E’ un tentativo di rompere la coesione sociale, di mandare tutto all’aria, di scardinare il sistema”.

Uno scontro frontale che diventa palese quando arriva la replica immediata del leader dei Cinque Stelle, attraverso Twitter: “Non ho mai invitato i No Tav a picchiare i poliziotti, come afferma Renzie a Ballarò. Renzie prima di parlare del M5S si sciacqui la bocca”. E non solo. Già nel pomeriggio i parlamentari M5s erano andati all’assalto dei componenti della segreteria scelti da Renzi. In particolare Marianna Madia, Davide Faraone e Pina Picierno: nell’ordine “la filoPdl”, il “raccattavoti” e “la demitiana”.

“Voto di fiducia è un’agenda per il 2014 su tre punti: riforme, lavoro e Europa”
Secondo Renzi all’esecutivo certo servirà una netta accelerazione: “Enrico Letta è il premier del Paese e deve fare nel giro di un anno le cose che ci siamo detti” dice Renzi parlando con Floris. Sulla fiducia (in programma domani 11 dicembre) il neo segretario Pd ha detto che Letta la chiederà “su un programma generale che deve diventare concreto in un mese” con delle precise scadenze. Il resto Renzi lo dice all’assemblea dei parlamentari del Pd: “In questa sala ci sono 400 persone che possono essere decisive per portare l’Italia fuori dalla crisi. Ora il Pd è la stragrande maggioranza della maggioranza, la palla ce l’abbiamo noi”. E il voto di fiducia di domani (11 dicembre) è il vero tagliando del governo, dopo l’uscita dalla maggioranza di Forza Italia e la nuova guida del Pd: “Noi votando la fiducia domani segniamo l’agenda del 2014 e ci impegniamo a sostenerla. Io ho posto tre punti e spero condividiate: riforme, lavoro e Europa”. Quindi sostegno all’esecutivo, purché lavori: “Basta con il balletto sulla durata del governo. Per me può andare avanti fino al 2018 ma bisogna fare le cose, sapendo che se non si faranno sarà colpa nostra”. Dunque, secondo il segretario, “dobbiamo garantire il bipolarismo e la stabilità di governo. Ci sono più modelli, vanno bene se raggiungono obiettivi. Se tra di noi c’è chi sogna soluzioni ‘inciuciste’ deve rassegnarsi. Soluzioni neo inciuciste o neo proporzionaliste sono state bocciate dalle primarie”. Dunque, punto uno: riforme: “Partiamo dalla maggioranza ma poi dobbiamo allargare anche all’opposizione. Dobbiamo portarla a casa entro il 25 maggio”. Quanto alle nuove elezioni “abbiamo davanti un anno di lavoro serrato, Enrico (Letta, ndr) ci ha chiesto e io sono d’accordo a fare un patto di coalizione subito dopo la legge di stabilità. Nel 2015 vedremo come stiamo, non mi piace e non è pensabile che si decida oggi per il paese che è bene che si torni al voto nel 2015”.

“Non c’è nessun nesso tra riforma elettorale e voto anticipato”
Da lì all’affondo sulla legge elettorale manca poco. “Si fa con tutti, non si fa con una parte e basta. Si tolga dal Senato, dove l’hanno tenuta a candire per qualche mesa, lasciandola lievitare come fosse pasta da pizza”. E comunque è un tema di cui si occupa il Parlamento, il governo non c’entra. “Brunetta è come un orologio rotto, due volte al giorno dice l’ora esatta – ha aggiunto – Sulla legge elettorale ha detto una cosa esatta. Se c’è la volontà si fa in sette giorni”. Tuttavia il capogruppo di Forza Italia alla Camera ha detto a chiare lettere in giornata che il doppio turno stile “sindaco d’Italia” – come vorrebbe Renzi – non lo vuole nemmeno per scherzo. Ma il sindaco di Firenze assicura: “Non c’è nesso tra riforma elettorale e voto” anticipato.

E, per quanto riguarda l’Europa, a sorpresa Renzi conferma che il Pd entrerà nel Partito socialista europeo, scenario che provocherà – come ha già fatto in passato – parecchie polemiche: “Non c’è alternativa all’ingresso del Pd nel Pse – dice – Lo vorrei fare contrattando sull’idea di Europa, sulla quale la socialdemocrazia europea è tutt’altro che indenne”.

“Non candideremo Bindi e D’Alema, quella generazione ha chiuso un ciclo”
Renzi conferma che forse è presto per definirlo “ex rottamatore”. Giovanni Floris gli chiede: candiderà Rosy Bindi e Massimo D’Alema alle prossime elezioni europee? “No, non credo proprio – risponde – Alle europee mandiamoci qualcuno che poi resta lì”, quelli “interessati all’Europa e non ai giochini italiani”. D’altra parte “dal punto di vista politico il voto di domenica ha detto che una generazione ha chiuso un ciclo, ora tocca a un’altra, che ora deve rispettare un impegno: mantenere le promesse fatte o siamo dei quaquaraqua“. Peraltro D’Alema ha dimostrato di non farsene troppo un cruccio, almeno pubblicamente. 

Le telefonate di Bersani, Berlusconi, Bindi
Il sindaco ha definito la prima giornata da segretario “piena di impegni e appuntamenti e di grande gioia, perché ci sono tante persone che ti affidano delle responsabilità. Ho fatto tardi a leggere le mail, le lettere. Se non cambiamo questa volta ci vengono a prendere”. Tra i vari contatti quelle di Angelino Alfano (ma non ci sono incontri in programma) e di Pierluigi Bersani: “Mi ha mandato un messaggino Bersani, mi ha fatto l’in bocca al lupo. L’ho ringraziato e gli ho detto che mi farebbe piacere vedersi. Lui mi ha detto: ‘ok ma prima fatti una bella dormita’, perché lui c’è già passato e sa che frullatore è”. Altra telefonata è stata quella di Silvio Berlusconi: “Mi ha chiamato all’una di notte. Che stava facendo lui? Non lo so. Mi ha fatto molto piacere ricevere le telefonate di tutti i leader. Mi ha detto – ha sottolineato Renzi imitando il tono di voce del Cavaliere – ‘farai un grande partito socialdemocratico’, ha magnificato le primarie e io ho detto a lui, visto che mi ha detto di essere con alcuni giovani di Forza Italia, di fargliele fare le primarie”. Ma, conclude il segretario “mi ha fatto più ridere Rosy Bindi, mi ha telefonato e io le ho detto solidarietà per avere Renzi segretario e Letta presidente del Consiglio. E lei ha detto, tanto non durate nessuno dei due. La Bindi è sempre la Bindi”.

Segreteria convocata alle 7,30
E dunque domani inizia l’era Renzi. La segreteria è infatti convocata al Nazareno alle 7,30. Oggi il sindaco ha presieduto la prima giunta in Comune a Firenze nella doppia veste: riunione lampo, 35 minuti. “E’ stata una riunione come tutte le altre – ha spiegato al termine la vicesindaco Stefania Saccardi – caratterizzata da un clima come di consueto sereno e tranquillo e dalla massima concentrazione di tutti sulle questioni cittadine”. In serata Renzi incontrerà i gruppi parlamentari che, come si sa, hanno numeri molto diversi dai risultati delle urne delle primarie di domenica scorsa.

La nuova assemblea: Renzi ha la maggioranza assoluta
E anche dell’assemblea nella quale, dati alla mano sempre secondo l’Ansa, Renzi avrebbe la maggioranza assoluta anche senza i “franceschiniani”: i renziani “doc” sarebbero 510, 75 i franceschiniani e 15 i lettiani. Molti, moltissimi volti nuovi. Tanti amministratori (specie in quota Renzi), diversi parlamentari, qualche vecchia volpe. L’assemblea del Pd esordirà domenica prossima a Milano per “incoronare” formalmente l’ex rottamatore. Di certo (e di diritto) ci saranno gli ex segretari (Walter VeltroniDario FranceschiniPierluigi Bersani e Guglielmo Epifani). In attesa di definire tutte le pratiche e assegnare tutti i posti, scorrendo gli elenchi regionali che stanno arrivando alla sede centrale del Pd si può già intuire quella che sarà l’impronta del parlamento democratico. Sarà più complicato trovare qualche vip rispetto al 2008. Nella prima assemblea sedevano nomi comeEttore ScolaEnnio MorriconeMassimiliano Fuksas e Piergiorgio Odifreddi, solo per fare alcuni esempi. Adesso ci sono Gad Lerner, eletto in quota Cuperlo in Lombardia, e pochi altri. In attesa di conoscere i nomi della Direzione che, come ha anticipato ieri Renzi, sarà integrata da personalità della società civile.

I parlamentari M5s: “Renzi? Il camaleontismo che avanza, è il Rottame team”
Una sfida aperta, dunque, tra il nuovo Pd che vuole Renzi e il Movimento Cinque Stelle. Il ritmo della partita sembra accelerare. “Ecco a voi il ‘Rottame team‘ di Renzi, il camaleontismo che avanza” ha commentato per esempio il blog dei parlamentari Cinque Stelle. L’immagine è un fotomontaggio della locandina del film “Il buono, il brutto e il cattivo”, cioè – appunto – la Madia, Faraone e la Picierno. “Dopo essersi recato ad Arcore da Berlusconi nel 2011 ed aver ricevuto appena eletto i complimenti del condannato (“Ti avevo capito quella volta ad Arcore”), Matteo Renzi ha lanciato la sua mirabolante squadra” si legge sulla pagina facebook dei gruppi M5S. Il post continua: “Tra questi la responsabile Lavoro Marianna Madia, alla seconda legislatura. Era tra i parlamentari del PDmenoelle che non si presentò a votare contro lo scudo fiscale di Tremonti. Il 28 agosto di quest’anno dichiarava ‘Meglio votare Pdl che Grillo’, aggiungendo ‘i grillini non sono fascisti, ma violenti’. Violenti? La filo berlusconiana Madia può citare un solo atto di violenza compiuto in questi anni dal Movimento 5 Stelle o dai Meet Up? Zero assoluto”.

Sempre i Cinque Stelle definiscono “andreottianamente innovativa la scelta per il Welfare, con il palermitano rampante Davide Faraone il quale, durante le regionali 2008 in Sicilia mentre raccattava voti a Palermo ha incontrato persone poi condannate per mafia. Chissà cosa ne pensa di questi incontri palermitani la già seguace di Ciriaco De Mita Pina Picierno, neo responsabile legalità del Pdmenoelle. Appena eletta nel 2008 dichiarò ‘De Mita è il mio mito’ tanto che su di lui fece la tesi di laurea. La Picierno – si legge ancora – nell’ultimo anno si è piegata al ‘lato oscuro della forza’. Il 16 novembre 2012 in piene primarie si schierava per Bersani contro Renzi con queste parole: “Se perdiamo primarie il partito non tocchi i rottamatori, dice Renzi. E per chi ci ha preso per renziani?!”. Un anno dopo, l’8 dicembre 2013 scriveva su twitter: “Votare oggi Renzi significa far #cambiareverso anche a Saturno e al lato oscuro della forza, perciò datemi una mano…”. Sul blog figurano poi commenti anche per Deborah Serracchiani, Alessia Morani e Francesco Nicodemo. “Ai solerti benpensanti, segnaliamo inoltre gli insulti rivolti ai giornalisti ostili a Renzi, da parte del neo responsabile comunicazione del Pd Nicodemo” si legge sul post che rimanda ad un articolo del Fatto con “una raccolta dei suoi insulti. Ora ci attendiamo la stessa levata di scudi ‘democratica’ riservata a Grillo ed il M5S da parte di Enrico Letta, Matteo Renzi, la presidente della Camera Boldrini ecc ecc..”. Appunto: la sfida è aperta.

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