“Se la legge elettorale è incostituzionale, siamo tutti illegittimati a operare. Noi siamo pronti a dimetterci non appena tornerà il Mattarellum“. Il Movimento 5 Stelle, il giorno dopo la decisione della Consulta sul sistema di voto in Italia, a Montecitorio accende i toni e chiede lo stop ai lavori del Parlamento. “Siamo tutti abusivi”, dice Carlo Sibilia, “d’ora in poi ogni nostro atto potrà essere messo in discussione”. I deputati grillini hanno chiesto la conferenza dei capigruppo per votare il ritorno al Mattarellum. E per tutta la mattinata hanno protestato, prima di esultare per la richiesta della capigruppo di Montecitorio di spostare la discussione da Palazzo Madama all’aula della Camera.

Chi ha difeso l’istituzione è invece la presidente Laura Boldrini: “Questa Camera è pienamente legittima e legittimata ad operare”. Messa al voto la richiesta è stata respinta e i deputati M5S hanno abbandonato l’Aula in segno di protesta. “Un Parlamento illegittimo – ha scritto in un post sul blog di Beppe Grillo il gruppo Camera – Che tale deve rimanere, almeno per la presidente Laura Boldrini. Il Movimento 5 Stelle alla Camera ha chiesto la convocazione di una conferenza dei capigruppo per decidere la calendarizzazione d’urgenza della legge elettorale alla luce della pronuncia della Consulta che ha già dichiarato incostituzionale il ‘Porcellum’. Niente da fare”.

Lo scambio tra M5S e presidenza della Camera è proseguito. Con Alessio Villarosa che sosteneva di aver chiesto prima per telefono e poi per iscritto una immediata convocazione della capigruppo e aver avuto un diniego. “E’ falso“, ha replicato Boldrini, leggendo una propria lettera di risposta a Villarosa in cui gli chiedeva di precisare l’oggetto della richiesta “visto che la lettera conteneva solo che si tenesse una discussione”. Agli attacchi di M5S, Boldrini ha risposto: “State dando uno spettacolo non degno di questo Parlamento”. Parole riprese da Mauro Ottobre, che ha chiesto di “non fare più assistere alle scolaresche questi spettacoli in Aula”.

Ettore Rosato, deputato Pd, ha poi invitato la Presidenza ad adottare provvedimenti contro i deputati del M5S: “Quando un collega la insulta – ha detto rivolto a Boldrini – offende non solo lei ma l’intera istituzione. La invito a essere più severa e se questi atteggiamenti vengono reiterati è giusto che che li assume venga allontanato dall’Aula. La presidenza è stata più che tollerante”. Adriana Galgano, di Scelta Civica, si è associata “alle parole di Rosato: è giusto prendere provvedimenti”.

Ma i 5 Stelle hanno continuato a puntare il dito contro la presidente, regolamento alla mano. Così Boldrini ha letto in Aula quanto stabilito stamani dalla Giunta del Regolamento sul procedere dei lavori. Sta al governo “valutare se sussiste l’urgenza per invertire l’ordine dei lavori“, e la scelta assunta in tal senso “non è sindacabile dalla presidenza. Questo l’esito – puntualizza la presidente – per questo abbiamo proseguito i lavori come da odg. Se la Giunta avesse deciso diversamente, avremmo agito differentemente”. Ma la polemica non si è placata e i 5 Stelle, dopo aver visto l’Aula respingere la loro richiesta di sospendere i lavori, hanno abbandonato l’emiciclo fino alla decisione della capigruppo sulla legge elettorale. 

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