Sale ancora il fabbisogno dello Stato. L’andamento della cassa dei conti ministeriali sale di altri 7,2 miliardi, raggiungendo quota 94,8 miliardi. E’ un valore molto alto, circa 30 miliardi in più dell’ammontare toccato un anno fa a novembre. Ma per il Tesoro non rappresenta una sorpresa. Anzi. L’andamento è in linea con le ultime previsioni e – secondo alcune valutazioni – potrebbe anche migliorare l’obiettivo di 84,5 miliardi indicato nel Def.

I conti di cassa dello Stato sono pesanti ma non cambiano le stime del governo. E questo non per un gioco di prestigio: nel fabbisogno si sono scaricati quest’anno gli effetti di numerosi interventi dovuti da una parte agli impegni europei, dall’altra alle tensioni dei tassi sui mercati e, soprattutto, all’impegno preso di saldare i debiti commerciali che in passato il Paese aveva accumulato.

Solo a novembre – spiega il Tesoro nella nota di commento ai dati – “il confronto con lo stesso mese dell’anno precedente mostra un peggioramento pari a circa 3 miliardi, ascrivibile in massima parte all’accelerazione dei prelievi per il pagamento dei debiti commerciali delle amministrazioni pubbliche, nonché a maggiori interessi sul debito pubblico e a minori introiti fiscali, che risentono sia di effetti di calendario e sia dell’annunciato slittamento delle scadenze relative all’autotassazione delle società”. Ma se si guarda all’intero 2013 vanno considerati circa 27 miliardi di pagamenti della Pa, le quote per la ricapitalizzazione della Bei (la banca europea per gli investimenti), le risorse per il Montepaschi e il contributo previsto a livello europeo per il fondo Salva-Stati.

Scorrendo le statistiche degli ultimi anni bisogna risalire al 2009 per trovare un anno così tormentato: si chiuse con un fabbisogno a 86,8 miliardi. Ma basterà che dicembre chiuda con un avanzo di 10 miliardi (inferiore quindi ai 14 miliardi del 2012) per confermare la stima del Def di 84,5 miliardi. Obiettivo raggiunto. Ma sarà comunque un “rosso” che si scaricherà sul debito pubblico, facendolo aumentare ancora e che – anche se non altererà gli obiettivi del deficit, che misura il bilancio di competenza – rappresenta comunque poco meno del doppio dei 48,4 miliardi segnati a fine 2013.

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