Diciotto mesi fa il terremoto aveva distrutto tutto: gli studi, la redazione, le attrezzature. Eppure, a un anno e mezzo da quel 29 maggio 2012, da quelle scosse che in pochi istanti cambiarono il volto dell’Emilia, Radio Pico, emittente storica di Mirandola, è pronta a inaugurare la nuova sede. La festa viene celebrata domenica 1 dicembre, con una diretta lunga tredici ore, dalle 7 del mattino alle 8 di sera, e la partecipazione di tanti big della musica italiana: da Paolo Belli a Gianni Morandi, da Piero Pelù a Renzo Arbore, a Nek, a Beppe Carletti, a Luca Carboni, a Roby Facchinetti. Solo per citarne alcuni. Nomi e volti del panorama musicale nostrano, “ma anche amici che ci hanno sostenuti nel corso di questo lunghissimo anno e mezzo – racconta Alice Sabatini, redattrice di Radio Pico – e che ci sono rimasti accanto quando, per continuare a trasmettere, ci siamo trasferiti in un camper, o quando mandavamo in onda le nostre trasmissioni dall’interno di un container. Senza di loro non ce l’avremmo fatta”.

Perché è una storia di solidarietà e di maniche rimboccate quella di Radio Pico, nata nel 1976 a Mirandola, distrutta dal terremoto e ripartita “senza che arrivasse un solo euro di contributi pubblici ad aiutarci”. “Gli studi occupavano gli ultimi due piani del palazzo più alto della città – ricorda Alice – si può immaginare cosa sia accaduto quando la terra ha iniziato a tremare”. Se il terremoto del 20 maggio, infatti, aveva danneggiato la redazione radiofonica, la scossa del 29 rese inagibile l’intero edificio, seppellendo microfoni e attrezzature sotto un cumulo di macerie e mobili rovesciati.

“Ma non volevamo smettere di lavorare, e poi il territorio aveva bisogno di noi”. La radio, quindi, si trasferì in un camper, poi in un gazebo e infine in un container, e non si dedicò solo alla musica: costruì un ponte per gli aiuti, collegando tra loro gli ascoltatori del cratere e i residenti delle provincie scampate al terremoto, coordinando così l’arrivo di beni di prima necessità da far pervenire a chi ne avesse bisogno. “E il bisogno era stringente – prosegue la redattrice – del resto l’Emilia era distrutta. Ma ricominciare, rialzarsi è sempre stato un chiodo fisso per noi della bassa terremotata, e quindi il secondo pensiero fu rivolto a trovare un modo per aiutare concretamente la nostra terra”. L’idea scelta fu finanziare la ricostruzione degli asili nido, “perché pensare a una soluzione per i bimbi era anche un modo per aiutare le famiglie che dovevano lavorare – spiega Alberto Nicolini, editore di Radio Pico – così organizzammo una raccolta fondi”.

Una campagna alla quale aderirono migliaia di ascoltatori, che parteciparono con donazioni dai 10 fino ai 1.000 euro. “Tutti soldi che sono regolarmente rendicontati sul nostro sito, per la massima trasparenza – spiega Nicolini – in tutto abbiamo raccolto oltre 130.000 euro, e li abbiamo spesi per finanziare interventi e progetti per sette asili dell’area cratere”. Il nido Arcobaleno di Quistello, in provincia di Mantova, per esempio, ha ricevuto denaro per interventi di messa in sicurezza della struttura, alla Materna Filomena Budri di Mortizzuolo, vicina a Mirandola, sono stati pagati il noleggio del container e i lavori elettrici, e all’asilo infantile Caduti per la Patria di San Felice sul Panaro sono stati finanziati i costi del nuovo impianto elettrico e antincendio.

Un paradosso se si pensa che di aiuti Radio Pico non ne ha ricevuti. Non dallo Stato, perché i contributi per la ricostruzione, all’emittente, così come a tanti cittadini e imprese dell’area cratere, non sono arrivati. I nuovi studi, inaugurati domenica, “li abbiamo ricostruiti con le nostre forze”, spiega Nicolini. “La nostra speranza era di riuscire a vincere il bando per l’innovazione tecnologica promosso dalla Regione Emilia Romagna – ricorda l’editore – ma, pur conquistando un ottimo punteggio in graduatoria, il finanziamento stanziato per quel bando non era sufficiente nemmeno per un terzo dei vincitori, così noi, come molti altri, non abbiamo ricevuto nulla. E fa rabbia, specie se si pensa a cosa succede in certi consigli regionali, a come qualcuno spende i soldi pubblici. Convocano conferenze stampa fregiandosi del merito di aver avviato un bando e poi non gli garantiscono sufficiente copertura, inducendo molti, come noi, a spendere denaro per partecipare, solo per scoprire che si trattava di un’altra promessa non mantenuta”.

L’aiuto, invece, a Radio Pico non è mancato dai big del panorama musicale e radiofonico italiano. “Ricordo che due giorni dopo il terremoto ci telefonò il Trio Medusa – racconta Alice – non ci conoscevamo, ma ci chiesero in che modo potessero aiutarci. Così, assieme a Radio Deejay ci diedero una mano a pubblicizzare la raccolta fondi per gli asili nido”. E lo stesso supporto venne da Paolo Belli, o da Gaetano Curreri degli Stadio, che all’inaugurazione partecipa, così come i molti ospiti, in diretta radiofonica. “Il supporto ricevuto ci ricorda che dove non arriva la macchina burocratica ci pensa l’intraprendenza – spiega Nicolini – ma non deve essere la norma. L’Emilia non può fare sempre tutto da sola”.

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