Cresce il numero di gay americani che praticano sesso non protetto. Il dato emerge da un rapporto dei “Centers for Disease Control and Prevention” (Cdc), l’organo del governo Usa che si occupa di prevenzione e monitoraggio delle epidemie. Secondo i Cdc, tra il 2005 e il 2011 la percentuale di omosessuali maschi che ha fatto sesso senza preservativo – almeno una volta all’anno – è aumentata del 20%. Ci sono altri dati preoccupanti. Un terzo degli uomini intervistati dai Cdc ammette di non aver fatto il test per l’Hiv nell’ultimo anno. E nell’inchiesta del 2011, il sesso non protetto è due volte più probabile tra gli uomini che affermano di non sapere se sono stati infettati. La questione Aids torna quindi prepotentemente a segnare la comunità gay americana.

Dopo decenni di prevenzione, il trend sembra al momento quello di un abbassamento di attenzione, e quindi di precauzioni, di fronte alla possibilità di essere infettati. Il rapporto dei Cdc non spiega perché sempre più uomini gay decidano di fare sesso senza preservativo, anche se il dottor Thomas Frieden, direttore dei Cdc, azzarda che la ragione possa essere rintracciata nel “sero-sorting”, l’attitudine di molti gay sieronegativi ad avere sesso soltanto con chi è ugualmente sieronegativo. “Il problema – spiega Frieden – è che un terzo dei gay intervistati non ha fatto il test e uno su dieci è positivo senza saperlo. Quindi molti appendono le loro vite a una pura ipotesi”.

Molte associazioni gay hanno in questi ultimi anni rivolto la loro attenzione alle serate di sesso bareback, non protetto, in tante grandi città americane. Soltanto a New York centinaia di uomini frequentano ogni sera locali come il West Side Club o il Paddles a Chelsea, dove si svolgono le serate di CumUnion, un gruppo che da anni organizza parties di sesso senza preservativo in molti centri, da Seattle a Fort Lauderdale, da Chicago a New York sino alla canadesi Vancouver e Toronto. Il successo di questi locali dipende in larga parte dall’aperta connotazione bareback della loro offerta. I tradizionali black parties newyorkesi – le grandi feste con cui ogni anno al Roseland Ballroom la comunità gay saluta l’arrivo della primavera tra alcool, ballo e sesso – sono ormai occasioni di rapporti quasi esclusivamente non protetti.

I frequentatori di più antica data ricordano che il preservativo era ampiamente diffuso nei black parties degli anni Novanta e dell’inizio del Duemila; ora è praticamente scomparso. Il fenomeno non è ovviamente soltanto americano. Molte ricerche – in Canada, Gran Bretagna, Francia, Australia e Olanda – mostrano la stessa tendenza al sesso non protetto. E spesso sono i più giovani a rifuggire dall’uso del preservativo. Oltre al “sero-sorting”, ricercatori e psicologi indicano altri fattori che potrebbero spiegare il fenomeno. Tra questi, la cronicizzazione dell’infezione e il fatto che molti giovani non hanno vissuto gli anni più terribili dell’epidemia, quando le morti di amici ed amanti erano diventati una tragica abitudine.

Spiega Alex Carballo-Diéguez, ricercatore del “Center of the New York State Psychiatric Institute”: “I giovani sono meno preoccupati. L’Hiv è diventato una malattia cronica e molti lo percepiscono come altri cattivi comportamenti, tipo fumare o mangiare una quantità eccessiva di grassi. E quindi, nel momento dell’eccitazione, fanno quello che piace di più”. Altre ragioni per la diffusione del sesso senza preservativo stanno probabilmente nell’idea che una persona sieropositiva in cura con i farmaci antiretrovirali abbia scarsissime possibilità di trasmettere il virus; e alcuni studi mostrano che in periodi di crisi economica, e quindi di esistenze più difficili e precarie, le persone sono più portate ad assumere rischi legati alla propria salute. Ma molti attivisti per i diritti gay puntano il dito anche contro le campagne di questi anni. Potrebbe infatti essere stato un errore concentrare gli sforzi nei locali e negli spazi pubblici in genere. Molti, i più giovani soprattutto, tendono a non frequentare i locali e a organizzare i propri incontri attraverso la Rete e app dei cellulari come Grindr e Scruff. Diventa dunque più difficile far partire campagne di sensibilizzazione e prevenzione. Negli Stati Uniti ogni anno ci sono circa 50 mila nuovi casi di infezione di Hiv; un numero ormai stabile da anni. L’amministrazione di Barack Obama aveva previsto un abbassamento a 38 mila nuovi casi entro il 2015. Considerate le cifre diffuse in questi giorni, l’obiettivo non appare più così facilmente raggiungibile.

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