Laura fa ricerca dal 2005, da quando si è laureata in Ingegneria Aerospaziale al Politecnico di Milano. Dal 2007 il suo lavoro si è concentrato sulla propulsione spaziale di tipo ibrido, ovvero su un particolare tipo di motori per lo spazio. Laura si è occupata di indagine sperimentale e di simulazione numerica di processi di combustione in endoreattori ibridi, studiando combustibili innovativi a basso costo e a basso impatto ambientale. Laura nel 2011 ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Aerospaziale; il suo revisore di tesi del dottorato è stato Bryan Palaszewski, del Nasa Glenn Research Center.

Laura durante questi anni è stata coinvolta in diversi progetti di ricerca internazionali, come i programmi Fp7 Orphee (Operative Research Program on Hybrid Engine in Europe) e Spartan (Space exploration Research for Throattable Advanced eNgine). Laura ha partecipato in veste di speaker a diversi congressi internazionali. Laura oltre alla ricerca è stata coinvolta nella didattica, in particolare con contratti Co.Co.Co. per esercitazioni e lezioni ex-cathedra inerenti ai corsi di Propulsione Aerospaziale e Fundamentals of Thermochemical Propulsion del Politecnico di Milano. Dopo il dottorato, Laura è stata sempre assegnista: lo stesso carico di lavoro di un ricercatore (didattica inclusa), ma con un contratto generalmente annuale e con molte meno tutele (malattia, maternità, etc.). I fondi degli assegnisti sono a singhiozzo e vengono dati dopo una lunga trafila burocratica. Laura vorrebbe continuare a occuparsi di entrambi gli aspetti del suo lavoro (ricerca e didattica) e vorrebbe farlo in Italia. Al momento non si sa quando ci potrà essere un concorso per diventare ricercatore a tempo determinato.

Se anche ci sarà, passeranno poi anni prima di poter diventare a tempo indeterminato, e chissà quanti altri anni prima di diventare docente. In Italia la mentalità dominante fino a ora è parsa quella di non ritenere fondamentale l’investimento nella Ricerca e nell’Università.

Laura più di una volta ha pensato di fuggire dall’Italia. Era in contatto con un’Università di Madrid che cercava docenti di Ingegneria Aerospaziale per un nuovo dipartimento. Non se ne è fatto nulla, ma lì, nel giro di tre anni sarebbe diventata Professore Associato. Laura ha ottenuto una serie di premi per la sua attività di ricerca: il Premio Aiaa (American Institute for Aeronautics and Astronautics) Best Paper 2011; il Premio Itwiin 2012 come Migliore Innovatrice per aver studiato un sistema di propulsione ecosostenibile e a basso costo per razzi e aerei, in grado di utilizzare la cera come combustibile; il Premio Verde Ambiente 2013, il prestigioso riconoscimento assegnato a studiosi che si sono distinti per meriti legati all’ecologia. Laura è stata finalista dell’Euwiin International Awards 2013 nell’ambito dell’invenzione.

L’altro giorno non ha potuto volare a Stoccolma per ritirare questo ennesimo riconoscimento alla sua fatica, al suo talento. Motivo? Il suo contratto è scaduto il 31 ottobre. Anche i fondi europei sono finiti. Laura Merotto, originaria della provincia di Treviso, compirà tra pochi giorni 36 anni. Laura sta continuando a fare ricerca nonostante l’ingratitudine e le incredibili difficoltà.

L’Italia non può continuare ad andare avanti come se Laura e migliaia di altri talenti non esistessero. L’Italia, il suo governo devono occuparsene ora, subito. Non solo per rispondere all’interrogazione che presento sul tema, ma perché Laura rappresenta il nostro futuro e va tutelata ora.

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