Hanno passato la notte in Sala Borsa. La piazza coperta più famosa di Bologna, dal tardo pomeriggio di venerdì 29 novembre è occupata da un centinaio di attivisti per il diritto alla casa, appartenenti al sindacato Asia-Usb. Con una decina di tende e tante bandiere i manifestanti chiedono che il Comune si occupi della carenza di abitazioni e dell’aumento degli sfratti in città. 

(video di G. Zaccariello)

La presa dell’edificio, a pochi metri da Piazza Maggiore, è avvenuta dopo che i manifestanti si sono trovati sbarrato il portone di palazzo d’Accursio, sede del Municipio, dove, terminato il corteo, era stato chiesto un incontro al sindaco della città, Virginio Merola. Prima della decisione di occupare c’erano stati anche scontri tra i manifestanti e gli agenti della polizia intervenuti in tenuta anti-sommossa. 

Tra gli occupanti di Sala Borsa, oltre a diverse famiglie sfrattate con bambini a seguito, ci sono alcuni ex facchini della Granarolo, scesi in piazza anche loro nei giorni scorsi a Bologna. Poi ci sono gli studenti dei collettivi universitari e dello studentato occupato Taksim che chiedono più posti posti letto per chi frequenta l’Università più antica del mondo. Presenti all’occupazione anche gli attivisti del comitato contro il People mover, la grande opera da 100 milioni di euro che il Comune vuole costruire nonostante scandali e inchieste giudiziarie.  

“Il 21 novembre scorso io con mia moglie e i due bambini siamo stati sfrattati”, spiega un cittadino marocchino al fattoquotidiano.it tra le tende allestite nella piazza coperta. “Ora non sappiamo dove andare anche perché io, dopo anni di lavoro in una cooperativa non so più come fare. Ora dormo ospitato dal sindacato e ogni mattina mio figlio deve andare a scuola”.  

Non è ancora chiaro come evolverà la situazione per gli occupanti, visto che la biblioteca ospitata all’interno della Sala Borsa dovrebbe aprire al pubblico. Sempre nella mattina è previsto un incontro con un esponente della giunta del sindaco Merola che dovrebbe ascoltare le richieste dei manifestanti. “Il comune si occupi della emergenza abitativa. I nostri obiettivi sono gli stessi emersi a livello nazionale alla manifestazione del 18 ottobre a Bologna”, ha spiegato al fattoquotidiano.it Giorgio Simbola di Asia Usb, che poi ha ricordato: “A Bologna ci sono oltre 6 mila appartamenti sfitti, mentre 40 mila persone vivono un disagio abitativo. Solo nel 2013 ci sono stati 900 sfratti in città”. 

In consiglio comunale tuttavia l’assessore alla casa Riccardo Malagoli ha elencato proprio nel giorno dell’occupazione quanto fatto dalla giunta sul tema: il protocollo antisfratti, il microcredito per la casa (fondo aumentato fino a un totale di 307 mila euro), il fondo di rotazione finanziato dal dipartimento della gioventù per i giovani al di sotto dei 35 anni, il nuovo accordo sui canoni concordati, l’agenzia per l’affitto con un fondo di garanzia di 900 mila euro rivolto proprio alle morosità. Più difficile invece per il comune l’idea di requisire gli immobili sfitti: “E’ da considerare come condizione di extrema ratio, in un panorama nazionale dove ciò è avvenuto in casi limitatissimi e di estrema gravità per la tenuta sociale e l’ordine pubblico”, ha spiegato l’assessore. 

Articolo Precedente

Bologna, protesta lavoratori che producono i capi Brioni: “In mobilità senza preavviso”

next
Articolo Successivo

Equitalia, cartella da 60mila euro inviata alla vedova dell’artigiano suicida

next