Quello che è successo lunedì scorso in Sardegna è un’enorme tragedia annunciata. L’alluvione che ha colpito molte zone e città sarde ha causato vittime e enormi danni. Le dolorose perdite di tante persone care non possono rimanere impunite. E per fare questo occorre trovare tutte le responsabilità politiche, istituzionali e personali. Il tutto al fine di evitare che certi disastri si possano ripetere.

Preliminarmente, bisogna capire se il tutto era prevedibile e se tutto il sistema di protezione civile era pronto per l’emergenza. Una cosa balza subito agli occhi. La Sardegna è sprovvista di un Piano di protezione civile (come previsto dalla legge regionale n° 3 del 17 gennaio 1989) da ben 24 anni.

 

Una cosa assurda e vergognosa. Un elemento essenziale per prevenire, monitorare e coordinare tutto il sistema che manca completamente. E dov’era il Presidente della Regione, Ugo Cappellacci, in tutti questi cinque anni?

“È notizia di questi giorni che la Protezione Civile Nazionale ha intimato due mesi fa alla Regione di dotarsi di un Centro funzionale decentrato per un efficace monitoraggio del territorio e che, se non avesse provveduto entro gennaio 2014, la protezione civile regionale sarebbe stata commissariata”. Questo ultimatum, inviato allo stesso Ugo Cappellacci, fa capire l’inerzia del Presidente nella Regione.

Impegnato invece a predisporre le modifiche al piano paesaggistico regionale e a permettere di poter costruire ancora più vicino ai fiumi e alle coste. E come se non bastasse, proprio nei giorni della tragedia, continua a vantarsi di volere ancora più cemento per la Sardegna.

Un Presidente della Regione più preoccupato ad aiutare i suoi amici che a fare gli interessi dei cittadini sardi. E proprio per questo è stato rinviato a giudizio insieme a Flavio Carboni, Dell’Utri, Verdini ed altri per il processo relativo alla P3.

E come non ricordare un’intercettazione del fascicolo P3 in cui il Presidente Cappellacci affermava che il problema della Sardegna sono proprio i sardi.  Una considerazione vergognosa. Un Presidente indegno moralmente, completamente incompetente e non all’altezza.

E come se non bastasse non pago di questa tragedia continua con la solita faccia di bronzo a farsi intervistare per dire solo cose banali e demagogiche, senza mai spiegare per quali motivo la sua giunta in questi cinque anni non abbia fatto nulla per la difesa del territorio e per la sicurezza. Un solo obbiettivo. Togliere tutti i vincoli e costruire il più possibile.

In un paese normale un politico, con tre processi in corso, si sarebbe già dimesso da tempo. E per giunta con un processo che va a Sentenza il prossimo 13 gennaio, per il quale il pm ha chiesto 3 anni di carcere contro Cappellacci per il reato di bancarotta. Invece nonostante tutto fa finta di nulla e continua a non Governare la nostra Regione. L’unica cosa che riesce fare bene è sorridere. Bella cosa senza dubbio ma non utile ai cittadini.

Allora Presidente Cappellacci vada a casa. Si dimetta per il bene della Sardegna e di tutti. Ed eviti di usare questa tragedia per fare una passerella elettorale. Abbia la decenza di tacere. Faccia una cosa utile per la Sardegna, si dimetta subito.

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