Anni di disastri ambientali e mala-politica ci hanno portato in questo stato di cose. Dal 26 avevamo promesso che tutto doveva cambiare e così è stato. Basta delegare e soffrire in silenzio. Basta aspettare. E’ giunta l’ora di metterci in rete bypassando il circuito ufficiale, quello tradizionale.

I cittadini non si fidano più degli organismi di tutela. Chi riceve finanziamenti pubblici è in conflitto di interessi e non può garantire la terzietà rispetto alla trasparenza e alle dovute garanzie di qualità e tutela.

Dobbiamo sperare, ma la speranza fine a se stessa è un inganno. Sperare come semplice esercizio di retorica diventa un’illusione. Sperare, rimboccandoci le maniche e dandoci da fare[…]. Questo ci dà la vera speranza. L’agroalimentare campano deve risorgere senza aspettare alcun aiuto governativo, politico o istituzionale. Per cui non ci resta che darci da fare e ricostruire una rete onesta e trasparente. 

Ognuno deve poter vendere e mangiare senza alcuna paura!
We have a dream
 
Articolo Precedente

Rifiuti tossici, “tombati anche in Salento” Mappe confermano le parole del pentito

next
Articolo Successivo

Renzi e la politica dei rifiuti: è questo il nuovo che avanza?

next