Alla convention di Forza Italia, sabato 15 novembre, Berlusconi ha detto che le stime del Pil sono errate perché al ribasso. Sostiene il Cavaliere che nelle stime non è calcolato il “Pil sommerso” prodotto nelle regioni meridionali, quello per intenderci che – per dirla con l’ex ministro Lunardi e al netto dell’evasione fiscale – fa dire o sussurrare a gran parte della classe dirigente politica meridionale che “con la mafia bisogna convivere”. Da decenni. Cosa significa in concreto voler considerare nel Pil nazionale l’economia sommersa delle regioni meridionali?

Notizie che danno una risposta ne accadono ogni giorno, da anni: parlano di sequestri o confische di beni mafiosi. Nessuno ne parla ma i dati sono allarmanti e scorrono ogni giorno nella realtà. Tra il 22 ottobre e ieri ho fatto una somma (certamente lacunosa) di questo Pil non quantificato: nella sola Calabria parliamo di 300 milioni di euro, “prodotto” in meno di trenta giorni. Se fosse questo il ritmo, sono più di tre miliardi in un anno, nella sola Calabria, soldi buoni a coprire una normale legge di stabilità. È Pil mafioso.

Ecco le notizie, ripeto casuali e poco riprese dai media nazionali. Ansa del 19 novembre scorso. Titolo: “’Ndrangheta: indagine riciclaggio, perquisizioni in Germania. La Procura Osnabrueck lavora su finanziamento parco eolico Crotone”. La storia è questa: in Germania duecento agenti della polizia hanno perquisito 25 proprietà e imprese tedesche in sei diversi Laender, in relazione a un’indagine sul riciclaggio di denaro sporco che coinvolge la’ndrina degli Arena, Isola di Capo Rizzuto/Crotone.
L’indagine riguarda il finanziamento per la costruzione di un parco eolico a Crotone, sequestrato nel luglio 2012 dalla giustizia italiana. Gli investigatori tedeschi, in collaborazione con la procura di Catanzaro e la Guardia di finanza italiana, cercano di far luce su passaggi di denaro tra Italia e Germania, transitati attraverso la banca tedesca Hsh Nordbank. L’indagine tedesca è stata avviata lo scorso  febbraio dalla procura di Osnabrueck, competente perché la gran parte delle imprese coinvolte operano nella regione dell’Emsland.
Breve spiegazione della nuda notizia. I Laender tedeschi interessati sono: Baviera, Brema, Nord Reno-Westfalia, Bassa Sassonia, Amburgo e Schleswig-Holstein. Il cuore del sistema-Gemania. La Hsh Nordbank, è una tipica istituzione federale e anseatica: una banca pubblica territoriale, capitalizzata da soldi dello Stato federale, molto ricca e col compito di sostenere lo sviluppo dei  leander. Sede: Amburgo, agli antipodi di Crotone.

Chi è il clan Arena, di Isola di Capo Rizzuto? È una delle ‘drine più antiche e radicate, dagli anni ’70 collegata con i De Stefano di Reggio Calabria (una sorta di corleonesi calabresi).
Gli Arena, presenti in quasi tutte le inchieste antimafia sul riciclaggio nel nord Italia e in Emilia in particolare, sono tra l’altro noti alle recenti cronache politico-giudiziarie, per l’appoggio che avrebbero dato al senatore Nicola Di Girolamo,centrodestra, nel 2008 eletto nella circoscrizione all’estero del nord Europa”.

De Girolamo, per questo sotto processo, chiedeva al boss i voti dei calabresi in Germania. Sapendo che gli Arena sono molto presenti in quella zona. Come funziona il sistema del riciclaggio mafioso scoperto ora in interno di banca tedesca? Così: gli Arena fanno versare soldi, “risparmi” o rimesse di emigrati, in quella banca di Amburgo. La banca investe, attraverso una sua finanziaria e con la partecipazione di una grande azienda tedesca del ramo energetico, nella realizzazione di un grande parco eolico a Crotone. Sequestrato, anche perché c’è l’ipotesi di tangenti a politici locali. Quanti soldi girano in questo investimento? La bellezza di 220 milioni di euro.

La seconda notizia sul Pil sommerso è datata 20 novembre e arriva da Reggio Calabria. Operazione Sipario, sequestro preventivo di beni per un valore di 20 milioni, 12 arrestati, tutti esponenti della cosca Iamonte e tra loro l’ex sindaco di Melito Porto Salvo, Giuseppe Iaria. I beni sequestrati consistono in alcune aziende del settore edilizio e della fornitura di materiali di movimento terra.
Andiamo velocemente alla terza notizia. Siamo al 22 ottobre scorso, un mese fa. Stavolta siamo a Rizziconi, Piana di Gioia Tauro. Qui parliamo della confisca di beni per 60 milioni a Pasquale Inzitari, e parliamo di un intero centro commerciale e di aziende che producono olio e prodotti agricoli. Confisca disposta dal tribunale di Reggio Calabria. Inzitari, 53 anni, noto imprenditore, ha ricoperto diverse cariche politiche in Provincia e nel comune di Rizziconi. Poi, nel 2008, è stato indagato dalla procura di Reggio Calabria, perché ritenuto parte della cosca Mammoliti-Rugolo da Oppido Mamertina e dintorni. In questa vicenda c’èn traccia di una finanziaria svizzera, attraverso la quale sarebbero transitati soldi riciclati.
Riassumiamo: 220 più 60 più 20 fa 300 milioni di euro. Settori: energia, agricoltura e distribuzione alimentare, edilizia. Tre colonne portanti dello sviluppo e del Pil calabrese. Ma Pil sommerso dagli affari politico-mafiosi. Su sfondo di transazioni europee. Pensate un po’ cosa si potrebbe fare con quelle cifre (e altre, molte altre), nella trasparenza, per dare lavoro e sviluppo civile nel sud.
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