Era il 22 ottobre del 2008 quando una pioggia torrenziale cadde sui monti di Capoterra, grosso centro dell’hinterland di Cagliari, costruito alle falde dei monti del Sulcis che sia affacciano sul golfo degli Angeli. Una bomba d’acqua venne giù dalla montagna e neppure il mare riuscì a smaltirla, ingrossato, come ieri, dallo scirocco, tanto che furono trovati dei pesci a centinaia di metri dalla spiaggia, nell’entroterra.

In quell’occasione persero la vita Antonello Porcu e la suocera Licia Zucca, travolti dalla piena mentre scappavano con la loro auto a valle e Anna Rita Lepori, trascinata in macchina dalla furia del rio San Girolamo che si era ingrossato per le piogge. Speranza Sollai, che fu trovata annegata nel garage della sua abitazione. Un’altra persona, Mariano Spiga di 66 anni, morì invece nelle stessa occasione a Sestu.

Ironia della sorte ha voluto che proprio oggi che la Sardegna sia alle prese con una nuova emergenza maltempo, per cui si contano già 17 vittime, a Cagliari si celebri il processo per le 4 vittime di Capoterra: sono oltre 160 le parti civili ammesse e otto imputati a vario titolo per omicidio colposo, inondazione colposa e rifiuto d’atti d’ufficio.

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