Cultura

Morto Marcello D’Orta, addio al maestro che scrisse “Io speriamo che me la cavo”

Il maestro divenne famoso nel 1990 pubblicando con Mondadori un libro destinato a diventare un bestseller con più di un milione di copie vendute. Nel libro erano raccolti sessanta temi scritti da ragazzi di una scuola elementare della città di Arzano

di RQuotidiano

E’ morto lo scrittore Marcello D’Orta, autore fra l’altro del libro “Io speriamo che me la cavo“. D’Orta, nato a Napoli il 25 gennaio 1953, si è spento nella sua città dopo aver combattuto il cancro. I funerali saranno celebrati domani alle ore 12 nella Basilica di San Francesco di Paola, in piazza Plebiscito a Napoli, dove l’omelia sara tenuta dal figlio, padre Giacomo, sacerdote della congregazione religiosa dei Minimi di San Francesco.

Maestro elementare per una dozzina di anni, fino al 1990,  D’Orta divenne famoso in quello stesso anno pubblicando da Mondadori un libro destinato a diventare un bestseller, “Io speriamo che me la cavo”, che ha venduto più di un milione di copie. Nel libro erano raccolti sessanta temi scritti da ragazzi di una scuola elementare della città di Arzano, in provincia di Napoli.

Liberamente ispirato a questo libro l’omonimo film del 1992 diretto da Lina Wertmuller e interpretato da Paolo Villaggio.  Nel 2007 il libro è diventato una commedia con Maurizio Casagrande, con le musiche di Enzo Gragnaniello. A “Io speriamo che me la cavò seguirono altri titoli: tra gli altri: “Dio ci ha creato gratis. Il Vangelo secondo i bambini di Arzano”, “Romeo e Giulietta si fidanzarono dal basso. L’amore e il sesso: nuovi temi dei bambini napoletani”, “I nonni se non ci fossero bisognerebbe inventarli. Trecento pensieri e disegni di bambini sui nonni”. E poi anche “Il maestro sgarrupato. Il tema della mia vita (e nuovi temi dei miei alunni)”. “Maradona è meglio ‘e Pele. I bambini di Napoli giudicano il Pibe de oro”.

Fuori dalla formula che gli ha dato il successo, D’Orta ha scritto inoltre molte altre opere; l’ultimo pubblicato “Cuore di Napoli. Viaggio sentimentale tra i vicoli e i bassi della città”. D’Orta non era più maestro da 23 anni “grazie” o “per colpa” del successo. Eppure lo scrittore ha sempre detto di sentirsi un maestro a tutto tondo, perché ha continuato a frequentare insegnanti, a occuparsi di scuola e soprattutto perché, amava ripetere, “se lo si è fatto con passione, maestro si rimane per tutta la vita”. 

Morto Marcello D’Orta, addio al maestro che scrisse “Io speriamo che me la cavo”
Precedente
Precedente
Successivo
Successivo

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione