Da quando gli operai hanno perso il lavoro, i macchinari non funzionano e la posta si accumula nei depositi. Succede a Roma Fiumicino, nel centro di smistamento di Poste Italiane, secondo la denuncia dei metalmeccanici che fino a novembre si sono occupati della manutenzione degli impianti e ora sono stati messi alla porta, dopo l’appalto vinto dalla società Ph Facility. “Siamo 30 finiti in cassa integrazione solo a Fiumicino – racconta uno degli operai, in presidio permanente di fronte ai cancelli dello stabile di Poste Italiane – ma in tutta Italia stanno perdendo il lavoro circa 270 di noi”. La conseguenza – spiegano gli operai – è che i centri di smistamento vanno avanti a singhiozzo perché mancano le figure professionali che facevano funzionare i macchinari e i cumuli di posta da consegnare sono sempre più cospicui. “Solo in questo impianto – spiega un altro dei metalmeccanici – ci sono circa 200 tonnellate di posta in giacenza”. Circostanza confermata da una lavoratrice interna dell’ufficio postale: “L’impianto non va, senza manutenzione. E’ pieno di posta: raccomandate, posta prioritaria e altre comunicazioni di valore. Il disagio è molto grande”. Poste Italiane con una comunicazione scritta ha negato l’entità del problema (“La situazione è in via di completa normalizzazione a seguito del nuovo contratto di affidamento del servizio, a regime dal primo novembre. (…) Le eventuali giacenze vanno considerate nella norma”). Mentre l’amministratrice delegata della Ph Facility, Anna Giuntini, ha confermato indirettamente la presenza di un accumulo di posta in ritardo di spedizione, pur attribuendola alle gestioni precedenti: “Ci stanno chiedendo molte attività extra per recuperare dal passato. E’ un’eredità delle aziende che ci hanno preceduto: ci sono stati diversi giorni di sciopero prima del nostro arrivo e credo che abbiano lasciato una certa quantità di giacenza”  di Tommaso Rodano

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