Il dominio di Sky nel mondo dei diritti televisivi calcistici è finito. Non in Italia, dove il colosso di proprietà di Rupert Murdoch continuerà a trasmettere le partite della Serie A e delle coppe internazionali. La rivoluzione viene dal Regno Unito. E la notizia non è solo – non soltanto, almeno – che Sky abbia perso i diritti della Champions League; ma anche che ad aggiudicarseli sia stata una compagnia telefonica, British Telecom, pagando più del doppio rispetto al precedente triennio. Per trasmettere in esclusiva tutte le 350 partite della Champions e dell’Europa League, a partire dalla stagione 2015-2016 Bt sborserà la bellezza di 897 milioni di sterline per tre anni. Nel 2012 Sky si era fermata a meno di 500 milioni. 

L’offerta ha scompaginato i piani dei rivali. “Non eravamo preparati a certe cifre”, ha ammesso in un comunicato ufficiale Itv, che in precedenza deteneva i diritti in partnership con Sky. Più velenosa la reazione della grande sconfitta dell’asta: “Bt ha scelto di pagare una somma assolutamente eccessiva, secondo le nostre valutazioni”, ha dichiarato Sky (che a seguito della notizia della perdita della Champions è crollata in borsa dell’11%). Ma la scelta di British Telecom è strategica. “Il nostro obiettivo in questo momento è ampliare il business sulla rete a banda larga e diversificare le entrate”, ha dichiarato alla Bbc Gavin Patterson, capo esecutivo dell’azienda. Investire sullo sport potrebbe essere la maniera per raggiungere contemporaneamente entrambi i propositi. Bt ha lanciato i suoi canali sportivi lo scorso primo agosto: in pochi mesi gli abbonati hanno già superato i due milioni. E solo nell’ultima settimana di settembre oltre 150mila clienti hanno sottoscritto un contratto telefonico con la compagnia. Certo, i profitti sono inevitabilmente calati (del 13% rispetto al 2012). Ma sul lungo periodo l’investimento potrebbe convenire, visto l’immediato riscontro positivo, e il boom in previsione dal 2015, quando all’offerta andranno ad aggiungersi tutte le partite di Champions e Europa League. In esclusiva.

Il segreto di British Telecom è tutto qui: il cuore del suo business resta la telefonia. Da dove trae i suoi profitti, e grazie a cui è in grado di pagare cifre che per una televisione ‘normale’ sono proibitive. Persino per un colosso come Sky. Il futuro dei diritti tv calcistici, insomma, potrebbe essere nei telefoni. Del resto, l’idea era già venuta alla Deutsche Telekom, che nell’aprile del 2012 aveva provato ad acquistare i diritti della Bundesliga. Alla fine in Germania era riuscita a spuntarla Sky, ma l’inserimento di un nuovo concorrente aveva portato ad un sensibile innalzamento del prezzo finale. Ora la vittoria di Bt in Inghilterra apre le porte a nuovi scenari. Deutsche Telekom e altri colossi telefonici potrebbero presto farsi sotto per i diritti delle principali competizioni sportive in tutta Europa. In Italia, invece, Telecom non se la passa benissimo, e piuttosto che far la guerra a Sky (che già in passato aveva elaborato un’offerta unica con un’altra compagnia telefonica) ha deciso di lavorarci in sinergia: proprio in questi giorni è stato ufficializzato un accordo per la trasmissione su banda larga di alcuni eventi, a partire dalle prossime olimpiadi invernali. Si conferma, dunque, la tendenza del binomio tv sportiva-telefoni.

Resta da capire quali saranno le ripercussioni di questa piccola rivoluzione. Per i consumatori, innanzitutto. Per la prima volta da quando esiste la Champions League, nel Regno Unito le partite non saranno più visibili sulla televisione terrestre. Per non spaventare i tifosi (e per tranquillizzare l’Uefa), British Telecom ha assicurato che saranno trasmesse in chiaro almeno una partita di ogni squadra inglese all’anno e le finali delle due coppe. E che i prezzi saranno più bassi di quelli attuali: fino ad ora Bt ha offerto gratuitamente ai propri clienti i match di Premier League; per la Champions ci sarà un “piccolo sovrapprezzo”, ancora da quantificare. Ma sarà possibile anche comprare solo le partite senza sottoscrivere un abbonamento telefonico.

Su questo fronte, dunque, bisognerà aspettare un paio d’anni per capire quanto ci avranno perso o guadagnato i tifosi. Chi di sicuro trarrà vantaggio dalla situazione, invece, è il mondo del calcio: con questa pioggia inattesa di milioni dal 2015-2016 la già ricchissima Champions League sarà ancora più ricca. E i club di tutta Europa già si fregano le mani.

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