“Vogliamo la nostra dignità. Come facciamo a vivere?”. Esplode a Reggio Calabria la protesta dei precari della Regione Calabria che in duemila hanno chiesto di gli stipendi arretrati e di essere stabilizzati. Per tutta la giornata di ieri hanno chiesto al governatore Giuseppe Scopelliti di uscire dal palazzo e incontrare i lavoratori Lsu ed Lpu. Il presidente della Regione non lo ha fatto, ma ha preferito incontrare la delegazione sindacale e i sindaci dei comuni dove prestano servizio i precari che da sei mesi non percepiscono le spettanze. Alla fine si è raggiunto l’accordo di due soli stipendi arretrati mentre permane l’incertezza per il futuro a partire dal gennaio prossimo. La montagna ha partorito il topolino mentre fuori dal palazzo i precari lanciavano le uova contro gli agenti della polizia e dei carabinieri in assetto antisommossa. Ci sono stati momenti di tensione. “Scopelliti il presidente della casta” si legge negli striscioni. “Siamo tutti persone oneste che vogliamo lavorare” affermano i precari che si scagliano contro i politici: “Miserabili. Siamo noi la Calabria sana”. E il 21 novembre la protesta si sposta a Roma dove è previsto un incontro tra i sindacati e il governo  di Lucio Musolino

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