Dopo la clamorosa sospensione del derby Salernitana-Nocerina, avvenuta sotto la pressione delle minacce degli ultras, la palla passa alla giustizia. La procura di Nocera ha aperto un fascicolo per violenza privata sul caso delle intimidazioni subite da giocatori e dirigenti della Nocerina Calcio prima del match di Lega Pro. La Digos della questura di Salerno ha già identificato venti tifosi della Nocerina e sta continuando a individuare gli ultras che, riuniti davanti all’albergo dove i rossoneri si trovavano in ritiro, hanno proferito minacce nei confronti dei giocatori della squadra. I venti ultras già identificati sono destinatari di provvedimenti Daspo. Intanto è in corso anche un vertice tra il procuratore di Nocera, Giancarlo Izzo, e il questore Antonio De Iesu. Fra i reati ipotizzati, anche turbativa dell’ordine pubblico. “Non abbiamo minacciato di morte nessuno, abbiamo chiesto solo un gesto eclatante contro quella che ritenevamo fosse un’ingiustizia“, hanno risposto con un comunicato i tifosi della Nocerina.

Dura la reazione del presidente del Coni, Giovanni Malagò. “I fatti di Salernitana-Nocerina hanno creato un danno d’immagine non solo al calcio ma a tutto lo sport italiano – ha fatto sapere – sono molto contrariato come credo tutti gli sportivi”.  Dopo lo sconcerto iniziale, è arrivato il momento di individuare le responsabilità. “I nostri interlocutori sono chi organizza i campionati – ha precisato Malagò -. Il Coni su questa partita deve dare il suo giudizio e, in piena sintonia con il presidente della Figc Giancarlo Abete, sono molto arrabbiato con la Lega Pro perché questo argomento lo conosceva a memoria”. Il presidente Coni se la prende, in particolari, con le società colpevoli di non avere saputo gestire gli eccessi della tifoseria: “Se non hanno la forza di isolare gli altri, capisco il rammarico di presidente e dirigenti, ma devono alzare bandiera bianca e dire: ‘Tutto questo non lo accetto, occupatavene voi’ e se ne devono andare, perché è l’unico segnale che possono dare. Non ci sono alternative, deve essere un discorso di totale non promiscuità con queste persone”.

Sulla stessa linea, il presidente della Figc, Giancarlo Abete. “Uno spettacolo avvilente, se vogliamo parlare di spettacolo, ovviamente non nel senso sportivo del termine”, ha commentato. Il punto, secondo Abete, è che la situazione di tensione era nota, e qualcosa poteva, anzi doveva, essere fatto: “La problematica Salernitana, Paganese e Nocerina si trascinava da anni in termini di rivalità tra le tifoserie. Quindi non è neanche una situazione inattesa sul versante di un comportamento di soggetti, di bande criminali che hanno comunque testimoniato di essere in grado di condizionare tutto un territorio e di fatto di determinare una minaccia tale e di portare a comportamenti non responsabili”. La questione, stando alle parole del presidente Figc, non si limita all’ambito sportivo, ma la vicenda delle miacce ultras ha una rilevanza ben maggiore: “Non è possibile che duecento persone, peraltro non nascoste all’interno di un gruppo di migliaia di persone, arrivino, minaccino all’interno dell’albergo dove si trova la squadra e vadano a festeggiare poi in piazza. Di fatto sono 200 persone che tengono in scacco, non un sistema sportivo, ma tengono in scacco un territorio“.

Al rimprovero esplicito di Malagò e a quello più velato di Abete, ha risposto il direttore generale della Lega Pro, Francesco Ghirelli. “E’ un anno e mezzo che lavoriamo sui derby, ma il derby più pericoloso veniva catalogato in Paganese-Nocerina”, si è giustificato. “Noi abbiamo cercato di lavorare per mettere insieme le istituzioni, i comuni, le società e i tifosi per far sì che si superi questo atteggiamento. Questo lavoro si è rivoltato come un boomerang“. In linea con le dichiarazioni dei presidenti Coni e Figc, anche Ghirelli riconosce la gravità di un problema che va ben al di là dello sport: “In Campania c’è un’area di grande sofferenza sociale, specialmente in quell’area tra Pagani, Nocera e Salerno. C’è una sostanziale pericolosità di quella zona, molto probabilmente criminale, bisogna che ognuno di noi ci metta la faccia”.

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