”Come può pretendere il Partito democratico che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati?”. Silvio Berlusconi, in un’intervista all’Huffington Post risponde a distanza alle dichiarazioni del segretario Pdl Angelino Alfano, che lo ha invitato a sostenere Enrico Letta anche in caso di decadenza

L’ex premier si rivolge quindi ai senatori “colombe” Pdl, in vista della discussione e del voto al Senato del 27 novembre. Ricorda loro il ‘caso’ di Gianfranco Fini, invitandoli a “non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita” E suggerisce: “A loro dico: se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte. Anche Fini e altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita”. Poi prosegue: “Li inviterei ad ascoltare i cittadini sia sulla legge di stabilità che sulla mia decadenza. E ricordino che il tema non è tanto quello di essere leali a Silvio Berlusconi, ma quello di essere leali ai nostri elettori e ai programmi su cui ci hanno dato il consenso”. 

Berlusconi esclude poi qualsiasi possibilità di rottamare il partito. Un’ipotesi che definisce “una fantasia fondata sul nulla”. In vista del consiglio nazionale, l’ex presidente del Consiglio si sofferma sulla riorganizzazione di Forza Italia e sul suo modello organizzativo. “Mi hanno dato anche dello ‘sfasciacarrozze – dice -, ma nel mio lavoro (dall’urbanistica alle comunicazioni, dallo sport alla politica), ho sempre fatto il contrario. Ho sempre cercato di mettere insieme e usare al meglio tutte le risorse umane possibili, valorizzando al massimo le capacità di ciascuno”. “Nel nostro movimento – aggiunge – esiste un patrimonio di persone, di parlamentari, di consiglieri regionali, provinciali e comunali, di dirigenti sul territorio, di militanti che va assolutamente salvaguardato. A questo patrimonio dobbiamo cercare di aggiungere altri protagonisti del mondo dell’impresa, delle professioni, della cultura, del lavoro, per rinnovare la nostra passione e il nostro entusiasmo e fare sempre di più”.

Nel corso dell’intervista, Berlusconi interviene anche sulla legge di stabilità che “va cambiata profondamente, come noi ci accingiamo a fare in Parlamento”. A motivare la sua c’è “la sorpresa inaccettabile del ritorno mimetizzato della tassa sulla prima casa, cosa per noi assolutamente insostenibile”. Ma le critiche alla manovra si spingono oltre l’ipotesi dell’Imu e riguardano una crescita economica che, finora, è stata disattesa. “Serviva uno choc positivo, una frustata che ci aiutasse a cogliere la ripresa. E invece – aggiunge l’ex premier – sono venute fuori molte misure rinunciatarie. Ma quello che è più grave è la non comprensione di ciò che accade nel Paese. Dalla pubblicità ai consumi di energia, dalle auto agli elettrodomestici, dell’abbigliamento fino ai consumi alimentari, tutto dimostra che c’è paura e depressione”.

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