Centro di Roma.

Mi sento bellissima e la mia camminata da pantera attira l’attenzione di un bel ragazzo castano dagli occhi verdi seduto su una vespa.

Proseguo la camminata.

Lui mi guarda, io lo guardo.

Lui sorride, io sorrido, poi mi giro sfuggente.

Mi rigiro e mi riguarda.

Risorride e risorrido.

E’ mio.

Mi rigiro.

Faccio un passo e prendo il palo.

Che fai in questi casi? La vaga.

Quel briciolo di dignità che non si era incollata al palo mi ha dato la forza di non girarmi più.

Che poi, diciamolo, se fosse stato un film di Muccino quello mi avrebbe fermato, baciato con il sottofondo di una musica stonata da Jovanotti e sussurrato, dopo aver detto il suo nome: “Ti prego, ora che ti ho trovata, non te ne andare mai più!”

Ma questa è la realtà.

Lui non mi ha fermata e io sono scappata via con lo sguardo addosso dei turisti americani in ciabatte. Con il mio bernoccolo sulla fronte.

(Illustrazione di Lydia Giordano)

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